Lessico e ars culinaria

Parlare come si mangia è possibile?

Sì, stando al volume Mica, pulenta e pan de mej. La cultura dell'avanzo nella cucina lombarda. Indagine culinaria, storica e lessicale.

Nel senso che gli autori (Chiara Cazzaniga, Aristide De Ciuceis e Filippo Tocci) hanno indagato la cultura del riuso nell'ars culinaria lombarda, le antiche tradizioni e le annesse implicazioni semantiche e lessicali. Così veniamo a sapere di abitudini alimentari, sovente dettate dalla povertà, che portano al riutilizzo degli avanzi e a coniare una serie di parole o espressioni, spesso dialettali, per indicare i cibi in tal modo assemblati. Addirittura scopriamo che anche le parole vengono curiosamente riutilizzate, come nel caso della cazzöla (zuppa di verza): il termine è approdato negli Stati Uniti d'America, grazie agli emigranti italiani, ma lì ha assunto il significato di zuppa di pesce.

Ecco allora che, in questo libro, l'espressione "parla come mangi" acquista un interessante valore sociale e sociologico e ci conduce nel vivo di usanze, gestualità e ritualità passate.