Pierrot e Tersicore nell'ideale pas de deux del festival Pierrot Danza

Alessandra Micarelli, direttrice artistica, per l'undicesima edizione dell'evento capitolino ha convocato una commissione di primissimo piano

Una momento del festival Pierrot Danza.

© Foto GMD Foto Studio

Alessandra Micarelli, direttrice artistica e presidente del festival capitolino Pierrot Danza dell'8 e 9 aprile 2017 ai teatri Orione e Golden di Roma, ammicca sorniona al giro di boa del primo decennale e ricorda agli appassionati il perché di un accostamento così stravagante eppure così magicamente romantico tra Pierrot e la musa greca Tersicore.

«L'idea del Pierrot è una figura romantica che mi è sempre piaciuta, ‑ ci spiega contando gli anni passati a scrutare migliaia di giovanissimi talenti, ‑ così come il suo irraggiungibile amore. Sulla figura della luna ho creato il logo dell'evento, dove la sagoma di una ballerina ne segue le linee. La sigla di apertura del concorso viene ogni anno danzata da giovani ballerini esterni al concorso o compagnie di danza ospiti, a cui chiedo di dedicare la coreografia al Pierrot Lunaire, oppure un solista mimo/danzatore vestito da Pierrot, con la stessa musica ogni anno. Il colore del Concorso è il blu, come le notti di luna. L'anno scorso, in occasione del decimo anniversario della nascita del Concorso, ho aperto una sezione speciale di composizione coreografica con il tema del circo, proprio per sottolineare la magia delle maschere e della malinconia delle stesse.»

E così non stupisce affatto il clima romantico che si può intercettare in ogni parola scritta per questa nostra chiacchierata. Del resto non è mai venuto meno il nesso tra la danza e la magia, sempre sposata appieno dai nomi che si sono inoltrati nei meandri del Pierrot Danza, sin dalla sua prima edizione. A cominciare da Raffaele Paganini, Bella Ratchinskaia, Eleonora Abbagnato, Chiara Borghi, George Bodnarciuc, Petar Djorcevski, Kate Jablonski, Maurizio Bellezza, Jessica Wright, Tony Lofaro, Roberto Altamura, Arnaldo Angelini, Daniele Sibilli, Gian Maria Giuliattini, Aniello Schiano, Americo Di Francesco, Simone Baroni, Macia Del Prete, Angelo Recchia, Alessandra Celentano, Arturo Cannistrà, Salvatore Capozzi, Gianni Rosaci, Veronica Peparini e molti altri.

«Ne mancano ancora, ‑ sottolinea Alessandra Micarelli, ‑ per cui non me ne vogliano i tanti assenti di questa lista. Tutti nomi che hanno accompagnato i ragazzi e le ragazze del mio mondo della danza, ospiti di un viaggio costruito sulla formazione e sulle opportunità di crescere anche attraverso le due serate del nostro Pierrot Danza. Eppure a questo punto ho scoperto negli anni la seconda faccia della stessa medaglia: la delusione è infatti scoprire che molte delle borse di studio che assegniamo non vengono usufruite dai vincitori, i quali rinunciano per vari motivi. Quest'anno ho chiesto al referente per le borse di studio Mirko Sabatini di avere una seconda lista di nomi di ragazzi meritevoli come riserve da contattare in caso di rinuncia, per non sprecare queste opportunità. Quest'anno voglio anche regalare libri. Ho già contatti con Pierluigi Abbondanza che come sponsor offre ai primi classificati solisti della danza classica il libro di Svetlana Zakharova con le sue foto. Per i coreografi avevo in mente Le coreografie del viaggio di Pina Bausch oppure I discorsi della danza di Susanne Franco e Marina Nordera.»

E così la direttrice artistica Alessandra Micarelli, per evitare spiacevoli inconvenienti, non poteva che abbracciare lo spirito della qualità a tutti i costi, convocando una commissione di primissimo piano nel nome del sognatore Pierrot e della Luna magica che gli appartiene. Basti pensare alla granitica formazione classica della presidente Gloria Bandinelli affiancata dal coreografo internazionale Michele Pogliani, dalla danzatrice e coreografa d'ispirazione "Nikolais" Daša Grgič, dalla docente dell'Accademia Nazionale di Danza di Roma Elena Viti e dal maître de ballet del Teatro dell'Arena di Verona e dell'Accademia di Pechino Francesca Corazzo. Un entourage di primissimo piano, condicio sine qua non per riuscire nell'impresa di alzare l'asticella della qualità ben oltre il giro di boa di quest'anno e, perché no, per lanciare qualche giovanissimo talento al di là delle più rosee aspettative, proprio come in un sogno lunare alla Pierrot.

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