Intervista alla cake designer Barbara Perego

"Occorre molto amore per questo mestiere e tanti tanti stimoli che alimentino la creatività e il gusto estetico."

13 giugno 2015

Incontro Barbara Perego durante l'inaugurazione della mostra Zio Paperone e i segreti del Deposito. Storia e statica del simbolo di Paperopoli, a WOW Spazio Fumetto di Milano, avvenuta il 13 giugno 2015. Per l'evento la cake designer ha creato una torta dedicata al Deposito, in collaborazione con lo chef Moreno Ungaretti.

Barbara Perego con la sua torta dedicata al Deposito di Zio Paperone.

© Foto Morfoedro

Com'è nata la passione per il cake design?

Ho sempre amato dipingere, modellare e cucinare. I miei inizi sono stati nell'editoria, dove mi sono specializzata nelle riviste di cucina. Quella per il cake design era una passione personale che coltivavo parallelamente al mio lavoro editoriale. Nel 2010 ho deciso di proporre all'editore con cui lavoravo di fondare una testata dedicata al cake design. Allora quest'arte era nota (ma non al grande pubblico) con un'altra denominazione, tutta italiana: decorazione di dolci con pasta di zucchero. L'editore ha accettato la mia proposta ed è nata la prima rivista italiana sull'argomento: Torte spettacolari di Sprea Editori. Il giorno dopo la distribuzione in edicola, era già esaurita. Il cake design ha cominciato a diffondersi e ben presto ha spopolato. Insomma: l'Italia se n'è innamorata.

Oltre che nell'editoria hai portato il tuo lavoro in TV.

Sì, con le ventun puntate della trasmissione settimanale dedicata al cake design di Vero TV. Margherita Zanatta e io giocavamo con i diversi ospiti alle prese con le torte: si divertivano come bambini nell'usare la pasta!

Qual è l'aspetto che prediligi nel tuo lavoro?

Mi piace molto insegnare il cake design. Tengo corsi a pasticceri professionisti, a mamme, a bimbi. Lavorare con i bambini è bellissimo perché sono creativi e divertenti.

Il tuo lavoro, naturalmente, non si ferma qui.

No. Ho un laboratorio artistico e creo torte per eventi, in occasione di conferenze stampa di rilievo, realizzo mostre... Ho creato torte per i festeggiamenti degli ottant'anni di Topolino e per il numero 3000 della rivista. Sono stata la prima cake designer italiana ospitata con una mostra personale in un museo. Si trattava di Dolci mostri in mostra, allestita nel 2012 in occasione di Halloween, presso WOW Spazio Fumetto di Milano e ispirata ai vari personaggi dei fumetti. Per citarne qualcuno: dai Simpsons a Dracula, dalla Sposa cadavere di Tim Burton alla strega di Biancaneve, passando per Snoopy addormentato su una zucca.

Il fumetto ti appassiona?

Sì, da sempre, così come il cinema d'animazione.

Un aspetto curioso del tuo lavoro?

Quando la gente vede le mie torte, si aspetta che non siano buone! Forse perché pensa a certi prodotti di cake design esteri, che hanno gusti molto diversi dai nostri. Io tengo molto alla tradizione italiana e le ricette che studio con lo chef Moreno Ungaretti, della cui collaborazione mi avvalgo, sono buone e rispettano la nostra tradizione. Mi rifaccio, però, anche all'Europa: ad esempio uso la torta sacher, perfetta per il cake design.

Come si svolge il lavoro tuo e di Ungaretti?

Le ricette, come ho detto, le studiamo insieme e il dolce lo creiamo in collaborazione. Le decorazioni spettano a me. Mi preme dire che non è obbligatorio coprire interamente la torta di pasta di zucchero. È possibile creare torte normali con in cima un fiore di pasta di zucchero che si stacca completamente per stile o con le classiche statuette degli sposi, quando si tratta di torte nuziali. Sono infatti convinta che il cake design non debba "cannibalizzare" la torta!

Altri aspetti significativi del tuo lavoro che ci vuoi raccontare?

Il cake design non è solo divertimento, ma può anche sostenere tematiche sociali. A sostegno della Fondazione per l’Infanzia Ronald Mc Donald Italia ho creato una torta e ho offerto corsi. Il fine della Fondazione è di supportare la salute e il benessere dei bambini. Quando si tratta di bambini gravemente malati e lungodegenti, costretti a vivere lontano da casa, alle loro famiglie vengono messe a disposizione strutture di accoglienza nelle vicinanze degli ospedali. Nei periodi in cui i bambini non erano occupati nelle terapie, ho fatto con loro e con le mamme corsi di cake design: è stato molto bello poter donare alcune ore di divertimento, trascorse lontano dalle preoccupazioni.

Il cake design si presta benissimo al team building nelle aziende perché stimola le dinamiche di gruppo e il lavoro di squadra, facendo acquisire una nuova consapevolezza dei valori aziendali.

Possiamo affermare che il cake design pertiene a cinque aspetti? Gastronomia, socializzazione, divertimento, legami con tematiche sociali e cura per l'estetica.

Certo. Riguardo l'ultimo aspetto voglio evidenziare alcune cose. Occorre molto amore per questo mestiere e tanti tanti stimoli che alimentino la creatività e il gusto estetico. Bisogna andare al cinema, leggere fumetti e altra letteratura, visitare musei. Bisogna coltivare il proprio gusto spaziando in vari campi: guardare la moda, la natura, gli animali... Ecco, chi ama la natura, ad esempio, potrà creare bellissimi fiori. L'educazione alla bellezza nel nostro mestiere è fondamentale. Con questo va di pari passo la professionalità di una torta. Se le torte sono professionali, sono anche un impegno in termini di costi per l'accuratezza e la quantità dei dettagli, per la qualità degli ingredienti, per la ricerca dell'originalità coniugata alla raffinatezza compositiva. La gente non si rende conto di questo. Certo che se il pasticcere fa anche il decoratore e viceversa, il risultato non raggiungerà mai l'eccellenza. Prima ho accennato alla qualità degli ingredienti. Nel campo dei coloranti, si può scegliere fra quelli chimici e quelli naturali: i primi sono meno costosi, ma i secondi tutelano maggiormente la salute.

Come ci hai raccontato, molte tue creazioni sono state esposte in mostre. Le torte da esposizione si differenziano dalle altre?

Sì. Le prime hanno le decorazioni in pasta di zucchero, ma l'interno può essere una base non alimentare, ad esempio polistirolo. Quando le mostre vengono disallestite, riporto le creazioni nel mio showroom. La pasta di zucchero dura circa un anno, quindi posso conservare a lungo le mie torte da esposizione più significative.