Corrado d'Elia mette in scena uno degli Amleti possibili

 

Lo spettacolo. 1

Il comunicato stampa di Teatro Libero: Amleto. 1

Sinossi 2

Compagnia Teatro Libero. 2

Corrado d'Elia. 2

Dalle note di regia. 3

Il comunicato stampa di Teatro Libero: gli incontri collaterali 3

#VERSOAMLETO: un progetto. 3

19 novembre 2014 Iononsonoamleto. 4

26 novembre 2014 e 3 dicembre 2014 Amleto e i cardini del tempo: la visione del contemporaneo. 4

 

 

Lo spettacolo

Corrado d'Elia in Amleto.

© Foto Teatro Libero

Amleto di Corrado d'Elia è ospite al Teatro Litta di Milano dal 25 novembre al 7 dicembre 2014, parallelamente a tre incontri sulle diverse angolazioni di lettura della pièce, con lo stesso d'Elia e alcuni registi, critici e intellettuali di calibro: Renzo Francabandera, Maria Grazia Gregori, Peter Iden, Massimo Navone, Antonio Syxty (condirettore, con Gaetano Callegaro, del Teatro Litta) e Rossella Tansini.

 

Non l'Amleto di Corrado d'Elia, ma un Amleto di Corrado d'Elia. L'ha affermato a chiare lettere, il regista, negli incontri sulla pièce shakespeariana: decidi di mettere in scena l'opera e sei consapevole che potrai seguire una sola delle tantissime strade che il testo ti suggerisce. Nella tua scelta, sai che molto (troppo!) verrà sacrificato. E di questo sacrificio ‑ sostiene Peter Iden ‑ si soffre. Del resto ‑ è la sottolineatura di Maria Grazia Gregori ‑ nessuno crea uno spettacolo universale.

Corrado d'Elia in Amleto.

© Foto Teatro Libero

Quello di d'Elia, no, non è un Amleto "universale"; è uno degli Amleti possibili, dove la tragedia è consumata nell'ossessione di una stanza vuota e senza possibilità d'uscita. Una stanza che soffoca chi vi soggiorna: Polonio, preoccupato per la messa a cimento della fragilità di Ofelia; Rosencrantz e Guildenstern, costretti a un compito che non capiscono appieno; Gertrude, che non sa come stemperare la presenza accusatoria del figlio… E Amleto, soprattutto lui, che tiene le redini dell'ossessione e del soffocamento, gridando, sbracciandosi, colpendo e colpendosi, accusando, alludendo, fingendo, ferendo, instabilmente bilicato nell'impossibilità di decidere fra la vita e la morte, ma irresolubilmente teso alla vendetta.

L'allestimento scenico consiste in una stanza vuota e grigia, senza né porte né finestre, che, per tutta la durata dello spettacolo, viene colpita da continui e brevissimi black out, durante i quali gli attori cambiano posto o si alternano sul palco. Quando manca la luce, è l'obnubilamento della coscienza, la dimenticanza, il desiderio di momenti di non-pensiero, di non-azione che deresponsabilizzino e permettano di soggiornare in uno spazio sospeso fra ragione e follia. E, quando la luce torna, i personaggi del dramma si trovano a fare i conti con il dubbio, con la prigionia dell'incertezza, con il naufragare delle solidità. È il sovvertimento dell'ordine che, nella concezione elisabettiana, traendo origine dall'assassinio di un re, conduce a conseguenze catastrofiche.

La recitazione di tutti attori della compagnia (nessuno escluso) è di alto valore e intensità. E grande, davvero grande, quella di Corrado d'Elia che ‑ sia come regista sia come attore ‑ non ha deluso.

Il comunicato stampa di Teatro Libero: Amleto

Dal 25 novembre al 7 dicembre 2014, presso Teatro Litta, Amleto di William Shakespeare.

Progetto e regia Corrado d'Elia.

Con Corrado d'Elia, Giulia Bacchetta, Alessandro Castellucci, Gianni Quillico, Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Andrea Tibaldi, Marco Biraghi, Gaia Insenga.

Scene Fabrizio Palla.

Luci Alessandro Tinelli.

Fonica Giulio Fassina.

Foto di scena Angelo Redaelli.

Produzione Teatro Libero.

Sinossi

"Racconta di me e della mia causa, non dimenticare...."

Sono queste le ultime parole che Amleto morente rivolge ad Orazio, l'amico carissimo, l'unico sopravvissuto della storia.

E questi accoglie la preghiera e ne diventa il testimone.

Col procedere del tempo però, com'è normale, il ricordo si sbiadisce e si deteriora e nella mente di Orazio la vicenda si confonde e si scompone.

In una stanza vuota raccontiamo ma, forse è più esatto dire, ricordiamo la vicenda di Amleto, così come la memoria di Orazio ce la rimanda: una sequenza più o meno logica di quadri in cui i volti e le immagini emergono dal buio con la rapidità di un battito di ciglia.

La scena è una stanza della memoria, claustrofobica e senza via d'uscita. Le azioni si susseguono al ritmo ossessivo del ricordo, si confondono e si mischiano come avviene nella mente di Orazio, che ci restituisce una storia spezzata, frammentaria, ma colma di umanità.

Compagnia Teatro Libero

Nasce nel 2010 come sintesi, sviluppo e nuovo percorso della storica Compagnia Teatri Possibili fondata dal regista e attore Corrado d'Elia nel 1996.

La nuova realtà prosegue il lavoro e consolida i valori che hanno caratterizzato per anni il mondo Teatri Possibili, rendendosi però soggetto nuovo per aspirazioni e progettualità, producendo e coproducendo artisti affermati e nuovi talenti. Il gruppo di artisti che costituisce la Compagnia è caratterizzato da un nucleo stabile che lavora in modo continuativo intorno alla figura di Corrado d’Elia, che, per la sua esperienza e per le sue qualità, è riferimento artistico ed organizzativo fondamentale. A lui vengono affidate le regie di alcune tra le principali produzioni: Cirano di Bergerac, Don Chisciotte, Io, Ludwig van Beethoven, Mercurio, Novecento, Non chiamatemi maestro, Macbeth-Inferno, Amleto, allestimenti fortunatissimi, testimoniati dal calore del pubblico e dai molti premi e riconoscimenti della critica.

La Compagnia Teatro Libero distribuisce le proprie produzioni in tutta Italia: far conoscere il proprio lavoro e portare il proprio teatro dove è possibile resta una vocazione e una forte necessità artistica.

Corrado d'Elia

È uomo di teatro a tutto tondo, attore, regista, drammaturgo, ma anche ideatore ed organizzatore di eventi e rassegne culturali, nasce a Milano e studia teatro presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi. Nel 1995 fonda il progetto Teatri Possibili: Compagnia, Scuola, Circuito ed Ente di produzione ed organizzazione teatrale. Dal 1998 è direttore del Teatro Libero di Milano.

È stato direttore artistico negli anni passati presso: Teatro Olmetto (Milano), Teatro Belli (Roma), Teatro Della Dodicesima (Roma), Teatro Everest (Firenze), Teatrozeta (L'Aquila) e delle rassegne di Teatri Possibili presso i teatri: Villoresi (Monza), Alcione (Verona), Studio Foce (Lugano), Cuminetti (Trento), Sant'Agostino (L'Aquila). Per il progetto Teatri del Ponente Ligure (di cui è stato codirettore) ha organizzato stagioni e manifestazioni nei teatri di Loano, Finale Ligure, Imperia, Bordighera, Cervo, Pieve di Teco, Ventimiglia e San Remo. Tra gli spettacoli prodotti dalla Compagnia Teatri Possibili/Teatro Libero, è attore e regista de: Le nozze dei piccoli borghesi di Bertolt Brecht, Cyrano di Bergerac di Edmond Rostand, Otello di William Shakespeare, Caligola di Albert Camus, Macbeth di William Shakespeare, Amleto di William Shakespeare, Novecento di Alessandro Baricco, Don Giovanni (di cui è anche autore), Riccardo III di William Shakespeare, La locandiera di Carlo Goldoni, La leggenda di Redenta Tiria di Salvatore Niffoi, Notti Bianche da Le notti bianche di Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Nel giugno 2002 vince il Premio Hystrio - Provincia di Milano. Nel settembre 2007 gli viene assegnato il premio Franco Enriquez per il Teatro. Nel 2009 vince il prestigioso premio internazionale Luigi Pirandello. Nel 2010 riceve il Premio della Critica Italiana come una delle figure più complete dell'attuale panorama teatrale italiano.

Dalle note di regia

Questo spettacolo, come Otello, Romeo e Giulietta e Macbeth, fa parte del percorso shakespeariano della compagnia che affronta in questo caso uno dei testi più amati, più tradotti e più rappresentati al mondo. Tutti gli allestimenti sono caratterizzati da una messa in scena originale, un linguaggio visivo marcato e quasi cinematografico, essenzialità nelle scelte di scene e costumi, ritmo sostenuto, uso drammaturgico delle luci e della musica e spesso mancanza totale di coordinate spazio-temporali concrete e naturalistiche. Un percorso verso la frammentarietà, che qui raggiunge il suo apice, con un taglio fortemente cinematografico. I luoghi dove si svolgono le azioni sono spesso luoghi della mente, dell'immaginario o dell'anima in una logica di labilità del confine tra sogno e realtà.

Il comunicato stampa di Teatro Libero: gli incontri collaterali

#VERSOAMLETO: un progetto

"Mettere per iscritto le proprie impressioni dell’Amleto rileggendolo anno dopo anno significa virtualmente stendere la propria autobiografia, perché noi diventiamo sempre più esperti della vita, e così Shakespeare sembra contenere ciò che abbiamo appreso". (Virginia Woolf, Charlotte Brönte, in The Essays of Virginia Woolf, Londra 1987)

 

“... Mi intimidisce parlare di lui. Si rischia sempre di cadere nel banale, nel già detto. Posso dire che Amleto è una sorta di crocevia dove si incontrano tutte le strade della vita.” (Patrice Chereau)

 

La Compagnia Teatro Libero, diretta da Corrado d’Elia, identifica da sempre la propria finalità artistica nell’idea di una cultura agita, basata sulla relazione continua tra gli artisti ed il pubblico oltre la dinamica del palcoscenico.

L’evento teatrale sul palco è una tappa fondamentale del processo artistico, ma certamente non è l’unica. Da sempre concepiamo infatti l’idea delle “prove aperte” e la necessità di incontri ed approfondimenti che accompagnino gli eventi scenici per un raffronto autentico e per provare a comprendere insieme, attori e pubblico, ciò che andiamo a indagare o a rappresentare.

Ed è anche, questo, il nostro modo per cercare di vivere profondamente la contemporaneità, il tempo presente.

Amleto è un’opera complessa la cui struttura è capace di abbracciare verità e finzione, razionalità e follia, amore e odio.

In questa tragedia non c’è un intreccio secondario, l’attenzione è tutta concentrata sul protagonista anche quando non è in scena.

Nello stesso tempo Amleto è a sua volta contraddittorio e sfuggente, è un personaggio ed un mito. Considerato come il maggior eroe tragico della modernità, Amleto, uomo del pensiero, della ragione e della coscienza, è moderno in quanto immerso in un continuo interrogarsi su di sé e sugli altri, e nulla dà per scontato, nulla accetta dall’esterno, tutto vuole comprendere e sperimentare in prima persona.

Ci è sembrato importante, per questa l’occasione, coinvolgere la città di Milano in un ciclo di incontri gratuiti dedicati all’Amleto di William Shakespeare: tre momenti di studio e di approfondimento insieme ad artisti, studiosi, critici e storici del teatro che hanno fatto della riflessione sull’opera un punto determinante della propria esperienza.

Del ciclo di incontri farà parte anche una conferenza-spettacolo a cura di Corrado d'Elia sulla sua visione di Amleto, riflessione da cui nasce lo spettacolo in scena al Teatro Litta.

 

#VERSOAMLETO è un’iniziativa congiunta di Teatro Libero di Milano, diretto da Corrado d’Elia, e di Teatro Litta, diretto da Antonio Syxty e Gaetano Callegaro, nell’ottica di una collaborazione sempre più intensa e produttiva tra le due istituzioni.

 

Gli incontri, gratuiti per il pubblico, si terranno presso La sala del Teatro Litta di Milano nei giorni di mercoledì 19 novembre (ore 18-19.30), mercoledì 26 novembre e 3 dicembre (ore 18-20).

19 novembre 2014 Iononsonoamleto

Un incontro intimo ed emozionante quello personale con Corrado d’Elia che ci accompagna in un viaggio all’interno della partitura shakespeariana e si confronta con gli spettatori raccontando lo sviluppo della propria messinscena, cercando di delineare, a partire dal testo ed dal proprio sentire di artista, (in questa occasione sia regista che protagonista), la complessa rappresentazione dell’animo umano.

26 novembre 2014 e 3 dicembre 2014 Amleto e i cardini del tempo: la visione del contemporaneo

Questi due incontri vedranno il coinvolgimento di alcuni artisti e critici di teatro invitati per parlare del proprio viaggio dentro l’Amleto nel ricordo personale di spettacoli che hanno lasciato un segno nella Storia del Teatro o anche, semplicemente, nella propria storia.

Raccontare ed analizzare alcune edizioni dell’Amleto nel corso del tempo significa certamente strutturare quasi un secolo di Teatro, e porre pietre miliari: nello stesso tempo, però, la contemplazione, ovvero l’atto estetico forse più creativo, unita al ricordo permette  di reinventare. Un evento di teatro dovrebbe essere vissuto più che visto. Così, se condiviso, quello che è stato Amleto nella propria esperienza può assumere una nuova freschezza e diventare “altro”: un altro sguardo, insieme.

Gli incontri potranno essere integrati da video teatrali  e cinematografici, offrendo così una riflessione ancora più ampia intorno all’Amleto, riflessione che dal teatro, sconfinando anche nel cinema ed esplorando letture tradizionali, parafrasi e “tradimenti” andrà così a formare un complesso mosaico di soluzioni narrative e visive.

In questa occasione, inoltre, si indagheranno i rapporti  che, dal testo di Shakespeare, si possono tracciare ed intrecciare con il Tempo.

“Il tempo è fuori dai cardini, oh sorte maledetta, che proprio io sia nato per rimetterlo in sesto” (Amleto, atto I scena V)

Amleto sembra parlare di un tempo comune con il nostro sentire,  e, nello svilupparsi della vicenda, si distacca sempre più dal proprio tempo per vivere un tempo interiore, un tempo che, quindi, nasce nell’uomo: è forse anche questo che lo rende a noi contemporaneo?

E cos’è rimasto, oggi, di universalmente valido a partire dalle parole di Shakespeare?

La sua poesia non sarebbe più tale, nel nostro tempo, se in essa non si individuasse il collegamento tra un qualcosa, proprio della vita dell’uomo terreno, con il cosmo; oltre la parola e il ritmo, oltre la struttura del linguaggio, oltre il confine dei secoli che da Amleto, apparentemente, ci separano.

La scrittura di Shakespeare forse è un mezzo per indagare ciò che può essere soltanto intuito, è un'eco dell’armonia o della disarmonia di un Tempo universale.

 

“Giungere, attraverso il testo shakespeariano, all’esperienza contemporanea, alla nostra angoscia e alla nostra sensibilità” (Jann Kott, Shakespeare nostro contemporaneo)

 

Interverranno:

19 novembre 2014: Corrado d’Elia.

26 novembre 2014: Renzo Francabandera, Peter Iden, Rossella Tansini, Antonio Syxty. Coordina: Corrado d’Elia.

3 dicembre 2014: Maria Grazia Gregori, Massimo Navone. Coordina: Corrado d’Elia.