Grillo Martino

Tempo fa ebbimo, forse per un paio d'anni, un grillo in casa. Deducemmo che fosse un Grillo Domestico (o del Focolare), rari in ltalia, dal fatto che pareva trovarsi a suo perfetto agio, scorrazzando per tutto l’appartamento e scoprendo gli angoli più riposti dietro ogni mobile, grande o piccolo che fosse.

Lo battezzammo Martino e pensammo che poteva essere un lontano discendente del Grillo Parlante di Pinocchio, ma non potemmo averne la conferma in quanto Martino non ci offrì mai la sua saggezza sotto forma di consigli più o meno richiesti; si accontentò sempre di "cantare" a tutto volume come un piccolo invasato.

Più di una notte ci svegliò di soprassalto con i suoi furiosi cri-cri proprio dietro le nostre teste o a lato delle orecchie: poteva essere rintanato tra il muro e la testiera del letto o dietro uno dei comodini.

Allora mio marito od io si emetteva un sonoro sssst! La bestiola si zittiva di colpo; ma la pace durava ben poco, appena qualche secondo, e subito udivamo un cri-cri timiduccio e molto più lontano, seguito immediatamente da altri cri-cri un poco più audaci, più audaci ancora, fin che il diapason era presto raggiunto e noi ci si trovava a sorridere nella nostra impotenza.

Parecchie volte tentammo di scoprirne la tana del momento, seguendo il suo stridìo. "Deve essere dietro la libreria", "Ma no. Per me è dietro il pianoforte", "Mai più: non senti che “canta” dietro la credenza della cucina?".

Per essere sinceri non ponemmo mai molto impegno per scoprirlo: ci sarebbe sembrato quasi un tradimento. E poi temevamo di spaventarlo: era così piacevole avere un grillo tanto prepotente in casa!

Ma un giorno, anzi una notte, ci accorgemmo di non udirlo più constatando che non saremmo stati in grado di dire quando Martino se ne fosse andato. O fosse morto, chi lo sa.

Sono passati molti anni ormai e devo confessare che, da ultimo, Grillo Martino m’era totalmente uscito dalla memoria.

Fino a poche settimane fa quando all’improvviso, una sera, udii un cri-cri lievissimo provenire dall’armadio, assolutamente non tormentato dai tarli.

Chiusi di colpo il libro che stavo leggendo e spensi la lampada sul tavolino da notte, mentre l’emozione mi sommergeva. Forse era Grillo Martino che tornava indebolito, invecchiato e solo, attratto dalla mia solitudine.

L'uomo, generalmente, paventa la solitudine e quando può si procura la compagnia di cani, gatti, uccelli, criceti. Se impossibilitato a ciò si accontenta anche di meno fissando la sua attenzione su creature minori come un ragno che tesse scrupolosamente la sua tela, oppure un bruno rigagnoletto di formiche che s’affatica intorno alla scorta d’ammassare.

lo sono più fortunata: nelle mie giornate silenziose ho un cane; ed ora anche un grillo che mi offre il suo filino di suono debole, timido.

Forse anche lui è rimasto solo.