Intervista a Vittoria Valerio, ballerina esordiente

Le speranze ed i sogni di una giovanissima ballerina siciliana al suo esordio nella danza che conta. Vittoria Valerio al Wiener Staatoper Ballet: un sogno che si realizza. Palermo, Roma, Spoleto, Londra, Monaco, Vienna: queste le tappe del percorso di una giovanissima ballerina dalle grandi potenzialità.

Vittoria: un nome che sa di forza, di grandezza, di trionfo. Vittoria, di nome e di fatto: nome profetico che i suoi genitori hanno scelto per lei quando è nata.

Vittoria: una ragazza di 19 anni con una sola passione (la danza) ed un solo sogno (diventare una ballerina). Sacrificio, fatica, applicazione, rinuncia, disciplina: sono state le sue uniche alleate per la conquista dei suoi sogni. E Vittoria ce l'ha fatta. Anche lei, come tanti altri ragazzi talentuosi, lontana dalla sua casa e dai suoi affetti, attratta dalla luce di un sogno che la vedeva danzare leggera sul palco. Timida, riservata, seria, riflessiva, piccola donnina, dall'apparenza fragile ma piena di tanta forza interiore e dagli occhi profondi colmi di fierezza, parla della "sua" danza ed il suo volto si illumina d'amore per lei. Quell'amore esprime la speranza e la rivincita della sua Sicilia, terra di tanti altri talenti nascosti ai quali la mancanza di valide opportunità ha fatto riporre i sogni nel cassetto.

Come Eleonora Abbagnato, étoile costruita all'estero, Vittoria è figlia di quest'Isola, piena di contraddizioni, dove non esistono, pur in presenza di tante potenzialità, sbocchi per una ballerina, dove la danza è sinonimo di cultura solo grazie all'iniziativa ed al coraggio di pochi, dove si insiste a privilegiare ed investire sull'evento piuttosto che costruire per il futuro. La sua escalation, costruita contando sulle sue sole forze e su coloro che hanno creduto in lei, è la dimostrazione delle grandi potenzialità insite nei nostri giovani che potrebbero esplodere, rendendo più grande e luminosa la nostra Terra, solo se ci fosse la volontà di cambiare da parte delle nostre Istituzioni.

Quando hai iniziato a studiare danza classica e come ti sei avvicinata proprio a questa disciplina?

Ho iniziato a studiarla all'età di sei anni. Mia madre aveva iscritto mia sorella maggiore ad una scuola di danza del mio paese, Monreale in provincia di Palermo, ed io molto spesso rimanevo a guardare le lezioni estasiata. Sentivo la musica che mi entrava dentro, seguivo con attenzione le aggraziate movenze delle bambine ed a casa ripetevo diligentemente gli insegnamenti del maestro tanto che ad un certo momento ho chiesto a mia madre di iscrivere anche me. È stato come un amore a prima vista: da quel momento non ho più abbandonato la danza mentre mia sorella invece si è ritirata dopo qualche mese.

Come è stata la tua giornata tipo in tutti questi anni?

Fino a qualche tempo fa (mi sono diplomata l'anno scorso) la mia giornata tipo aveva inizio alle 7. La scuola mi impegnava per cinque ore. Poi, un boccone veloce ed alle 14,30 iniziavano le lezioni di danza: classica, repertorio, contemporaneo. Mezz'ora o poco meno tra una lezione e l'altra: il tempo di una bibita, di una breve lettura del libro che mi ero portata appresso per preparare qualche interrogazione dell'indomani e la giornata era finita. Alle 21, ero a casa: cena veloce ed iniziavo a fare i compiti di scuola. Ho sempre cercato di organizzarmi sia nella scelta delle materie da preparare sia, molte volte, rinunciando ad uscire il sabato sera e la domenica con gli amici. Queste sono state per tanti anni le mie giornate: ricche di stanchezza, stress e momenti di sconforto ma anche di soddisfazioni che hanno maturato il mio carattere e mi hanno dato tanta forza di volontà per riuscire a coronare il mio sogno di diventare una ballerina. Per fortuna al mio fianco ho avuto mia madre che mi ha appoggiata, pur se avrebbe preferito altro per me, ed i miei insegnanti, sia di scuola che di danza, che, a volte con dolcezza ed altre con severità, mi hanno compreso e sostenuto nel mio difficile cammino.

Quali sono stati i momenti che ritieni fondamentali per il tuo percorso nel mondo della danza?

Vari e molteplici sono stati i momenti importanti del mio percorso che rimarranno per sempre impressi nella mia mente. Ricordo l'emozione della mia prima audizione (nel 1998) quando entrai a far parte dei Piccoli Danzatori del Teatro Massimo (un sogno che mi sembrava irraggiungibile!); la prima volta sul palcoscenico di un teatro celebre come quello di Palermo per lo spettacolo di Natale dei Piccoli Danzatori; l'incontro con un'étoile come Alessandra Ferri nel 1999 per la quale danzai assieme ai miei compagni del Teatro; la trasferta a Roma e l'esibizione in diretta nello studio della RAI per la trasmissione Geo & Geo; la mia prima partecipazione ad un'opera del Massimo (Orfeo all'Inferno di Offenbach) e così via. Senza dubbio però grandi soddisfazioni mi hanno dato, in questi ultimi due anni, le partecipazioni ai prestigiosi concorsi internazionali (soprattutto Spoleto dove nel 2004 ho vinto il primo premio nella categoria classico senior dopo aver vinto il Premio Roma l'anno precedente) in quanto mi sono potuta confrontare con ragazzi di tutto il mondo e ho potuto conoscere maestri di alto livello e, chiaramente, di grande emozione e gioia sono stati i momenti delle premiazioni (quasi non ci potevo credere!).

Bello è stato anche essere stata premiata da Gailene Stock, direttrice della Scuola del Royal Ballet, con la borsa di studio per i corsi estivi di Londra ed, infine, la mia prima volta sul palcoscenico del Teatro di Monaco con la responsabilità di essere stata inserita tra i giovani "talenti" d'oggi. Tuttavia, ogni spettacolo, ogni saggio, ogni momento vissuto in sala ballo ed in palcoscenico fino alla consegna del diploma conseguito l'anno scorso con la mia scuola di danza hanno rappresentato per me delle tappe uniche per la mia crescita e per la mia formazione.

Puoi descriverci le tue esperienze all'estero e quali differenze hai trovato con l'ambiente italiano?

Le mie esperienze internazionali partono da quella vissuta l'estate scorsa alla Royal Ballet School: la mia prima volta fuori dall'Italia. Sono stata estremamente colpita da questa straordinaria scuola, non solo per l'attrezzatissimo, glorioso e spazioso edificio ma anche per l'organizzazione, la competenza, il rigore, la disciplina che si respirava lì dentro. Ogni giorno tutte le lezioni si susseguivano con eccezionale puntualità e con la cordialità e l'eccellente preparazione dei numerosissimi insegnanti sempre pronti ad incoraggiare ed a correggerti. I quindici giorni trascorsi in questa scuola prestigiosa mi hanno mostrato l'esistenza di una realtà stupenda. Lì la danza è davvero vita, lo studio è approfondito al massimo, lì ti senti una delle tante allieve, tutte belle, tutte estremamente brave, tutte tecnicamente perfette, eppure nello stesso tempo ti senti unica in quanto curata nei minimi dettagli. Quando sono entrata per la prima volta in sala ed ho visto la tecnica di ragazze provenienti dalla Cina, dal Giappone e da tutto il resto del mondo, ho pensato di non essere all'altezza ma ciò mi ha caricato al massimo tanto che alla fine della Summer School sono stata prescelta, tra le tantissime partecipanti (solo in 3 abbiamo avuto questo privilegio), come solista per il saggio pubblico dove ho danzato la variazione di Paquita. Non ho avuto nemmeno il tempo di concedermi qualche giorno di vacanza (dopo Londra, l'Italia per me era diventata stretta e ormai quell'esperienza entusiasmante e di così alto livello mi aveva fatto capire che non potevo tornare più indietro). Subito dopo Londra, è iniziata, infatti, la mia avventura di studio presso la Heinz-Bols-Stiftung Academy del Teatro di Monaco, dove ho conosciuto maestri eccezionali e, in particolare, Konstanze Vernon, direttrice dell'Accademia e stupenda insegnante, che ha dimostrato nei miei confronti grandi doti umane incoraggiandomi sempre e standomi vicina nelle difficoltà, nei momenti di nostalgia e di solitudine. A Monaco, inoltre, in questo periodo, sto avendo la grande opportunità di lavorare con Gilbert Maier, prestigioso maestro per tanti anni della Scuola di Ballo dell'Opéra di Parigi, con il quale stiamo preparando uno spettacolo che andrà in scena ad aprile e per il quale mi ha affidato il ruolo di solista.

Quando hai capito che la danza poteva diventare la tua professione?

Ho capito che la danza poteva diventare una professione grazie all'incoraggiamento dei miei insegnanti che hanno sempre creduto in me, ma soprattutto il mio banco di prova per comprendere se potevo essere veramente all'altezza è stata la partecipazione ai concorsi, la conquista dei premi e, ultimamente, le mie partecipazioni positive alle audizioni di Dresda e Vienna. Sono consapevole che è una strada sempre in salita e che non ti permette mai di adagiarti, ma ormai sento che non potrò più abbandonarla in quando è diventata il mio obiettivo per il domani. Senza la danza la mia esistenza mi sembrerebbe quasi inutile perché, ora che ho 19 anni, mi rendo conto che sono ormai tredici anni che la mia vera ed unica casa è la sala ballo.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Intanto, oggi ho finalmente raggiunto il mio primo traguardo. Il 9 gennaio mi sono presentata con un po' di incoscienza (io: una sconosciuta principiante italiana proveniente dal lontano Sud!) all'audizione del Wiener Staatsoper Ballet. A Vienna eravamo in 500 tra maschi e femmine di tutto il mondo ma, alla fine, prova dopo prova, siamo rimaste solo in due: io ed una ragazza spagnola con i complimenti della Commissione ed un contratto in tasca per la stagione 2005/2006. Ancora stento a crederci!! A settembre comincerò a lavorare sul serio a Vienna, cioè in uno dei teatri più importanti del mondo! Ballare con le più prestigiose compagnie internazionali era fino a pochi giorni fa il mio sogno nascosto e questo sogno adesso si sta avverando. Ho grande entusiasmo dentro, tanta forza di volontà e voglia di mettere in gioco me stessa per andare sempre più su. Non ho smesso di sognare: vorrei essere Giselle, Giulietta, Kitri. Quindi, altri traguardi ancora! Sarà dura e mi dovrò confrontare con tante stupende ballerine che hanno molta più esperienza della mia, ma sono abbastanza umile per comprendere che ho ancora parecchio da imparare e, nello stesso tempo, abbastanza forte per affrontare con serenità la strada che con caparbietà e con tanti sacrifici ho cercato con tutta me stessa di tracciare per il mio futuro.

A chi dedichi tutto questo?

Al mio angelo custode: mio padre che mi protegge e mi guida dal cielo ed a mia madre che, rimasta sola prematuramente e con l'enorme responsabilità di crescere tre figli, ha fatto tanti sacrifici per me pur di vedermi felice.

Biografia di Vittoria Valerio

Vittoria Valerio, cittadina monrealese, nasce a Palermo il 5 novembre 1985. Fin da piccola esterna una grande passione per la danza che inizia a studiare all'età di 6 anni con il Maestro Salvatore Renda. Nel giugno del 1998, all'età di 12 anni, partecipa alle selezioni dei Piccoli Danzatori del Teatro Massimo di Palermo (una compagnia composta dagli allievi, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, più promettenti della Sicilia) e viene inserita nel gruppo. Pur continuando a studiare in scuole di danza palermitane con i Maestri Candida Amato, Melissa McKee, Jacques Beltrame, Daniela Megna, frequenta con grande impegno la scuola del Teatro diretta dal Maestro russo Alexandre Stepkine e con i Piccoli Danzatori inizia ad effettuare le prime esperienze di palcoscenico in un teatro importante come il Massimo di Palermo.

Tra il 1998 ed il 2002 è presente in oltre cinquanta spettacoli messi in scena dai Piccoli Danzatori e, in qualità di allieva ballerina, viene inoltre prescelta per le produzioni ufficiali del Teatro in programma nella stagione lirica e balletti (Orfeo all'inferno di Offenbach con coreografia di Fausta Mazzucchelli e regia di Vito Molinari, Cenerentola di Rossini con coreografia di Alexandre Stepkine e regia di Jerome Savary, Die Zauberflöte di Mozart per la regia di Roberto Andò, La sempre Bella e la piccola Bestia di Daguerre con la coreografia di Alexandre Stepkine e la regia di Jerome Savary che viene altresì presentata al Festival di Todi, Les contes d'Hoffmann di Offenbach con la coreografia di Sylvie Laligne e la regia di Jerome Savary, Don Giovanni di Mozart con la regia di Maurizio Scaparro e la coreografia di Mariano Brancaccio).

Fa anche parte del Corpo di Ballo che nell'agosto 2001 presenta al Teatro Greco di Taormina le opere Carmen di Bizet e Aida di Verdi e si esibisce assieme alla Compagnia di danza contemporanea "Tambor" di Daniela Megna in vari centri della Sicilia e nel Nord Italia.

Nel 2001 partecipa al Concorso Internazionale di Danza Michele Abbate di Caltanissetta, presieduto da Vladimir Vassiliev, e conquista il secondo premio nella categoria classico juniores. Successivamente, nel 2003, raggiunge la finalissima su 185 concorrenti, al Concorso Internazionale di Danza di Rieti (categoria classico juniores) e, sempre, nel 2003 risulta prima classificata nella categoria classico juniores al Concorso Internazionale di Danza Premio Roma presieduto da Miroslav Miskovitch. Nel 2004 si cimenta al Concorso Internazionale di Danza Città di Spoleto diretto da Alberto Testa ed ottiene il primo posto nella categoria classico seniores. Nel maggio del medesimo anno partecipa alla masterclass del Royal Ballet School di Londra svoltasi a Palermo e viene notata da Gailene Stock, direttrice della prestigiosa Accademia inglese, e da Jacqui Dumont, direttrice dell'Outreach program della RBS alla ricerca di giovani talenti, che la premiano con una borsa di studio per la Summer School del Royal Ballet che frequenta a Londra nei mesi di luglio-agosto dello stesso anno, subito dopo aver conseguito la maturità classica con l'eccellente punteggio di 100/100 ed aver ottenuto il diploma degli otto anni accademici presso la Scuola di Danza Aurino e Beltrame di Palermo diretta da Candida Amato. A Londra viene prescelta tra gli allievi della Summer School ad esibirsi nello spettacolo finale in qualità di solista e danza la variazione di Paquita. Nel settembre del 2004 viene ammessa alla Munich Academy School, diretta da Konstanze Vernon, del Teatro di Monaco di Baviera e nel mese di novembre esordisce al Nationaltheater München nel programma "Talente von Heute… stars von Morgen?" danzando l'assolo di Tersicore dall'Apollo di Balanchine.

Il 9 gennaio 2005, infine, supera brillantemente l'audizione per il Wiener Staatoper Ballet.