Il balletto al Teatro Massimo di Palermo
Alessandra
Ferri e Roland Petit in Coppelia, 1993.
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Allotta Palermo
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La danza è stata sempre molto apprezzata a Palermo dove
esiste un pubblico piuttosto tradizionalista ma aperto altresì alle novità e
dove la tradizione in tal senso è collegata al ricordo del passato per i nomi
prestigiosi di coreografi che si sono succeduti alla guida del Corpo di Ballo
e, in seguito, per le esibizioni di grandi complessi internazionali che si sono
avvicendate nelle stagioni estive ed invernali del Massimo in quanto per
diversi anni il Teatro ha preferito investire più sulle compagnie ospiti
piuttosto che valorizzare la propria.
Il primo balletto
rappresentato al Massimo è stato Coppelia
di Delibes nel 1903 e devono passare ben 17 anni per
rivedere uno spettacolo di danza nel teatro palermitano: Il Carillon magico di Riccardo Pick-Mangiagalli
nel 1920. Salvo un breve periodo negli anni '40, in cui lavora come
coreografa Anita Bronzi, le produzioni di danza a Palermo continuano a latitare.
Carla Fracci in Il Vespro
siciliano, 1993.
Foto Allotta Palermo
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La tradizione del balletto al Massimo esplode a partire dagli
anni '50. Da allora collaborano con il teatro palermitano nelle vesti di
coreografo nomi importanti quali Franca Bartolomei,
Nives Poli, Janine Charrat,
Margherita Wallmann ed, infine, Aurelio Millos (1958-1959). Millos nei
suoi due anni palermitani riesce a dar vita a stimolanti spettacoli del
repertorio del Novecento insieme con sue coreografie, preesistenti o nuove,
avvalendosi della collaborazione delle arti figurative. Molti dei suoi lavori
presentati a Palermo vengono esaltati dall'ispirazione
di noti artisti tra i quali i più assidui sono: Renato Guttuso
(Sei danze per Demetra
su musica di Angelo Musco e La Giara
su musica di Alfredo Casella nel 1958, Hellenikon su musica di Giuseppe Mulè
nel 1959) e Bruno Caruso (Mirandolina su musica di Valentino Bucchi
nel 1958, Danze e controdanze
su musiche di Beethoven nel 1959). Hellenikon, con Danze e controdanze
e Allegrie brasiliane (1959) furono
sue felici coreografie appositamente create per la compagnia del Massimo e
rappresentate a Palermo in prima mondiale.
Fall river legend,
1997.
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Studio Camera Palermo
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Dopo Millos il teatro si giova
della collaborazione di Ugo Dall'Ara (1960-1974) ed è con lui direttore che si
forma nel 1960 la compagnia di ballo stabile del Teatro. A Dell'Ara si deve
anche la nascita della Scuola di Ballo presente al Teatro Massimo sino ai primi
degli anni '80. L'opera
di Dell'Ara si realizza attraverso la creazione per la compagnia di un
repertorio che spazia dal classico al contemporaneo. Fra gli allestimenti più
importanti di quegli anni sono da ricordare: La Giara di Casella (1964), Rapsodia in blu di Gershwin
(1965), Robert il diavolo di Meyerbeer
(1966), Il ritratto di don Chisciotte di Petrassi
(1967), L'uccello di fuoco di Stravinskij.
Negli anni 1977-1978 al Massimo è presente Ricardo Nunez ed anche il suo periodo è caratterizzato da alcune
nuove creazioni rappresentate in prima assoluta: Episodi di Aldo Clementi, Per
viola di Bruno Maderna e Rorogigasos di Girolamo Arrigo
(1977). Nel 1981 viene nominato direttore Vittorio Biagi che dà nuovo impulso al Ballo tanto che nell'ambito
della stagione gli spettacoli prodotti annualmente diventano in media 25 con un
picco di 28 nel 1986: ultimo anno di collaborazione del coreografo. In quegli
anni vengono presentate in prima mondiale alcune sue
coreografie: Il canto della terra su
musiche di Gustav Mahler e All'Italiana su musiche di Gioacchino Rossini (1984), Leonardo
o il potere dell'uomo e Così parlò Zarathustra (1986) assieme a molti suoi lavori nuovi
per la città.
Lucia Lacarra e Lienz Chang nello Schiaccianoci di Roland
Petit, 1997.
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Palermo
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Nella seconda parte degli anni '70 e sino al 1994 diventa,
inoltre, fissa la presenza a Palermo di Carla Facci e di Beppe Menegatti. In quegli anni la compagnia del Massimo presenta
al suo pubblico un repertorio molto impegnativo assieme a nuove creazioni (Cenerentola, Coppelia, La Bella
Addormentata, Romeo e Giulietta, Giselle, La Peri, Fedra, Senso, Il Vespro siciliano, Mirandolina,
Non si scherza con l'amore, Orfeo e Persefone).
Dopo una parentesi di Roland Petit
(1995-1996), come coreografo ospite, e la messa in scena in prima mondiale de Il Gattopardo
(1995), Carmen e Le diable amoureux (con
Alessandra Ferri protagonista), il Teatro nomina un nuovo direttore del Ballo
nel 1996: è un ballerino palermitano con carriera all'estero, Giuseppe Canale
che cerca di rivitalizzare il
compagnia (media di 22 balletti annuali tra i quali Fall River Legend). Con Micha
van Hoecke, direttore del
ballo dal 2000, avviene un contemporaneo calo della produzione propria, discesa
ormai ai minimi storici (10 rappresentazioni circa l'anno) ma
si tenta nuovamente di rilanciare il ballo ringiovanendolo attraverso audizioni
(le ultime erano state effettuate nel 1996) e scritture stagionali. Tuttavia
anche se lo spazio dedicato al balletto è poco, vengono
ugualmente messi in scena lavori interessanti come La dernière danse,
Odissea blu, Parade, Le chant du rossignol, I sette peccati capitali, Les Mariés de la
Tour Eiffel, Á
Paris, Carmina Burana.
Alessandra
Ferri in La Sylphide
con il Ballet National de
Nancy e Lorraine, 1998.
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Studio Camera Palermo
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Dal 2003 al 2004, viene nominato
direttore del Ballo del Teatro Amedeo Amodio, già direttore e fondatore della
prestigiosa compagnia dell'Ater Balletto per quasi un
ventennio nonché autore di prestigiose coreografie e con una grande esperienza
nel campo della formazione, con l'intento di rilanciare la compagnia e di
avviare un discorso costruttivo in merito alla formazione artistica dei quadri.
Malgrado ciò, la situazione finanziaria della Fondazione e le urgenze relative
ad altri settori del Teatro impediscono di portare avanti il progetto e la
produzione del ballo raggiunge i minimi storici: solo due
spettacoli in un anno (Romeo e
Giulietta su musiche di Berlioz, versione Amodio) nella stagione estiva 2003, sette rappresentazioni sempre del
medesimo Romeo e Giulietta con
Alessandra Ferri e Roberto Bolle nella stagione 2004 e una prima assoluta per
tre rappresentazioni nell'estate 2005 del delizioso balletto We like Mozart, anche questo di Amodio.
Sempre in attesa di una riflessione
approfondita sulla questione ballo a fronte, si spera, di un nuovo progetto di
rilancio, dal settembre 2005 è stato chiamato a collaborare con la compagnia
del Massimo Luciano Cannito, il quale ha
immediatamente bandito nuove audizioni per la stagione 2005-2006: il che,
considerato che le ultime datavano 2001, fa ben sperare per il futuro.
Anna Polikarkova e Lloyd Riggins in La dame aux camélias di John Neumeier, 2001.
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Palermo
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Non sono mancate in ogni caso nei cartelloni di questi cento
e più anni le presenze di compagnie prestigiose tra le quali solo per citarne
alcune: American Ballet Theater
(Romeo e Giulietta 1991), Ballet de l'Opéra de Paris (Paquita 2003), Ballet du Grand Théâtre de Genève (nel 1971 con
un programma tutto balanchiniano: I quattro temperamenti, La Sonnambula e Sinfonia in do), Ballet Nacional de Cuba (nel 1978 con Alicia Alonso
in Giselle e nel 2000 Nozze di sangue e Carmen), Les Ballets des Champs Elysées (anni 1950-1951),
Balletto Cullberg di Stoccolma (1972 La Contessina Julie,
Nozze sottomarine, Adamo ed Eva, Romeo e Giulietta), Les Ballets de Montecarlo (Le
silfidi, Il figliol
prodigo e Uccello di fuoco 1994),
Balletto del XX Secolo di Maurice Béjart
(1964 e 1976 Prometeo, Bolero, Pièces per orchestra, Parade, Jeux, L'oiseau de feu, Serait-ce la mort?,
Le sacre du printemps) e in tempi più recenti il Ballet Béjart Lausanne
(in varie riprese sino al bellissimo Flauto
magico del 2004), Ballet National
Marseille Roland Petit (La bella addormentata 1990, Il Gattopardo 1995, Schiaccianoci 1997), Antonio Gades e la Compania de Baile Español, Ballet de l'Opéra du Rhin, Ballet Dresden
con tre balletti di John Neumeier
(Daphnis und Chloë, L'aprés midi d'un faune e Le
Sacre 2003) Balletto dell'Opera di Belgrado (1968 Romeo e Giulietta), Balletto Nazionale dell'Opera di Sofia (1970 Il fiore di pietra e Il lago dei cigni), Bolshoi
Ballet (Raymonda
1988), Kirov Ballet (La Bayadère 1990), Les Grand Ballet Canadiens (1979), London Festival Ballet (Lago dei cigni 1988), Grand Ballet du Marquis de Cuevas (1957), Hamburg Ballet (2001 La dame aux camélias), Lar Lubovitch Dance Company (1958), Merce Cunningham
Dance Company (2002), New York City Ballet (1994), Royal Ballet (Lago dei Cigni 1992, Histoire de Manon con Sylvie Guillem
1996), San Francisco Ballet (1983), Scottish Ballet (Giselle 1986), Tanztheater
Wuppertal Pina Baush (Danzon 1997, Masurca Fogo 2000),
The Alvin Ailey Dance Theatre (1967, 1982, 2002), The Dance Theater
of Harlem (1982 e 1991), The Joffrey
Ballet (1992).
Scena da Les Mariés de la Tour Eiffel, 2001.
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Studio Camera Palermo
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Costante la presenza, inoltre, in questi ultimi anni di
Alessandra Ferri quale étoile principale ospite del Massimo assieme alle
compagnie del Ballet National
de Nancy e Lorraine (La sylphide 1998), Ballet
de l'Opéra de Bordeaux (Giselle
1999), Ballet Nacional de
Cuba (Carmen 2000), Stuttgart Ballet (Onegin 2002) e,
per finire, con il recente Romeo e
Giulietta di Amodio nel 2004 assieme al Corpo di Ballo del Teatro Massimo.
Alcune riflessioni sulla situazione della danza e in particolare sulla
situazione al Teatro Massimo di Palermo
Il Corpo di Ballo del Teatro Massimo, come nelle altre
Fondazioni liriche dove ancora fa parte dell'organico delle masse artistiche, è
uno dei punti più critici e in sofferenza del Teatro. I motivi principali
stanno nell'impossibilità di produrre senza non rinvigorire e ringiovanire il
suo organico. Questo significa l'adozione di provvedimenti di ridistribuzione delle spese artistiche verso la danza oltre
che la volontà di intervenire finanziariamente ma sappiamo bene che è un'utopia
in questo difficile momento di necessario contenimento di costi salvo che non
venga a livello nazionale adottata una comune strategia che incentivi questa
categoria.
Agnes
Letestu e i Piccoli Danzatori del Teatro Massimo in
Paquita
con il Ballet de l’Opéra de Paris, 2002.
Foto Studio Camera
Palermo
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La situazione del ballo del Massimo, che è uno dei pochi
teatri ad aver continuato a credere sulla validità del messaggio della danza -
un'arte antichissima che in Italia ha avuto grandi tradizioni e grandi
protagonisti -, è, infatti, piuttosto condizionata dall'età media elevata dei
propri ballerini stabili considerato che le norme contrattuali e giuridiche nel
nostro Paese hanno portato a considerare ancora validi per questo mestiere
gente di 50 anni in controtendenza rispetto alle altre nazioni europee dove
l'età massima non supera i 40 anni.
Il Corpo di Ballo del teatro, composto attualmente di un
numero eseguo di 25 elementi non tutti operanti, ha infatti
un'età media di circa 40 anni e quindi difficilmente può affrontare balletti
del grande repertorio tradizionale. Pur non di meno, grande attenzione viene data dall'attuale amministrazione della Fondazione
alla legittima aspirazione della Compagnia di Ballo di essere protagonista al
pari delle altre masse artistiche. Intanto, quest'anno, dopo quattro anni di
assenza, sono state finalmente effettuate audizioni per il reperimento di
giovani danzatori da inserire nella programmazione della stagione 2005-2006 e
per la prima volta, dopo molto tempo, è stata messa in scena quest'estate una
nuova creazione assoluta: We like
Mozart di Amedeo Amodio a cui
seguirà a dicembre Lo Schiaccianoci
sempre di Amodio. Queste due produzioni, assieme alla nomina di Luciano Cannito alla guida della Compagnia palermitana, sono la
testimonianza di quanto ancora al Teatro Massimo si creda nel messaggio che la
danza può trasmettere.
Un
momento di Lumière di Maurice Béjart con il Béjart Ballet Lausanne, 2003.
Foto
Studio Camera Palermo
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Un'attenzione particolare, inoltre, la Fondazione la rivolge
verso i giovanissimi. Da circa 8 anni infatti, presso
il Teatro Massimo, esistono i Piccoli Danzatori, una formazione di allievi
ballerini dai 9 ai 18 anni, selezionati tra i migliori elementi delle scuole di
danza siciliane. Anche per i Piccoli Danzatori, l'attuale Amministrazione ha
recentemente bandito ed effettuato un'audizione, che mancava dal 2001, per il
rinnovo del giovane gruppo a cui frequentemente il
Teatro dà opportunità, oltre che di studio, di partecipare proficuamente alla
produzione artistica in modo da vivere l'esperienza altamente professionale
dell'approccio diretto con un grande palcoscenico.
La crisi della danza nelle Fondazioni liriche italiane oggi
può essere risolta soltanto attraverso una rivisitazione della legislazione
relativa all'età pensionabile riportandola ai 40 anni, una revisione del
contratto di lavoro riguardo alla stabilità e alla peculiare diversità del tipo
di lavoro di questi lavoratori nonché una nuova distribuzione dei parametri del
Fus che contempli un innalzamento del punteggio
dedicato all'attività di danza con proprio Corpo di ballo che, pur comportando
costi pari alla messa in scena di un'opera lirica a organico completo, viene attualmente valutata invece per la metà.
Roberto Bolle ed
Alessandra Ferri in Romeo e Giulietta
di Amedeo Amodio, 2004.
Foto Studio Camera
Palermo
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Bisogna riconoscere che la situazione è drammatica e si
rischia la chiusura dei corpi di ballo anche in quelle Fondazioni che
tradizionalmente hanno continuato a mantenerlo. Quindi sono necessari da parte
dello Stato incentivi mirati allo scopo di favorire lo sviluppo di iniziative
di rilancio attraverso la destinazione, ad esempio, di una risorsa a parte
destinata a quelle Fondazioni che hanno mantenuto o ripristinato il corpo di
ballo stabile e inserito nel proprio programma artistico proprie produzioni di
danza con una percentuale di circa il 20-25% rispetto alle altre attività
programmate nonché incentivato l'istituzione di un proprio centro di formazione
o scuola di danza e privilegiato l'inserimento nel proprio Corpo di Ballo di
nuove leve di danzatori.
Per ridare pari
dignità e valenza sia alla categoria dei danzatori che alla danza intesa come
arte in Italia bisogna far nascere un movimento unitario che possa
sensibilizzare l'opinione pubblica sui tanti problemi che ne impediscono la
crescita e che chieda a gran voce un intervento forte e immediato. Solo uniti
si può combattere per un futuro migliore e con la speranza di crescere!