Opéra di Parigi: intervista a Michel Mytrowytch,
pianista dell'Ecole de danse
et de ballet
Michel
Mytrowytch durante la masterclass.
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Foto Alexandre Rodichevski
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A Borgo Cardigliano di Specchia
(Lecce), dove si è svolto lo stage internazionale di danza Danser ensemble ‑ Danzare insieme, dal 20 al 27 luglio 2008,
incontro il M° Michel Mytrowytch, pianista ufficiale dell'Ecole
de danse et de ballet dell'Opéra di Parigi.
Cominciamo a conversare appena il Maestro termina
l'accompagnamento dell'ultima lezione della masterclass
di Vladimir Derevianko, per
poi recarci, con gli altri insegnanti dello stage, a pranzo. Durante il quale chiacchiero anche con l'amabilissima signora Eleonora Rossi Mytrowytch, pianista italiana diplomatasi al Conservatorio
di Milano con Carlo Vidusso e approdata a Parigi.
Terminato il pranzo, la signora ci lascia per raggiungere gli allievi dello
stage, mentre la mia conversazione con il M°
Mytrowytch continua.
Vorrei cominciare chiedendoLe qual è
la Sua origine.
Sono ucraino d'origine e francese di nascita. I miei
genitori mi hanno insegnato la loro lingua madre, mentre lo studio del russo
l'ho affrontato al Lycée Racine.
Lei svolge la Sua attività come pianista accompagnatore presso
l'Ecole de danse et de ballet dell'Opéra.
Ho avuto qualche occasione di accompagnare anche cantanti
lirici, ma è con la danza che lavoro. Per fare il mio mestiere occorre amare e,
naturalmente, conoscere la danza. Inoltre occorre avere sintonia con
l'insegnante, che deve essere molto chiaro nelle sue richieste al pianista. Non
è, infatti, raro che un docente mi chieda di suonare in due tempi e poi canti
in tre! Mi è capitato anche con professori conosciuti. In questi casi ho detto
loro, senza mezzi termini: "Dimmi quello che
vuoi!"
Tra gli artisti con i quali ha
lavorato, spicca il nome di Nureyev.
Sì.
Che cosa mi vuole raccontare di lui?
Non aveva un carattere accomodante. Mentre era generoso
verso chi amava, sapeva essere terribile con chi non entrava nelle sue grazie.
È noto l'episodio della ballerina che lasciò cadere perché – durante un passo –
quella arrivò in ritardo. A me voleva bene. Mi chiamava Mia.
Una volta abbiamo mangiato cetrioli alla russa e bevuto una bottiglia di vodka
in due…
Oltre a Nureyev, quali grandi ha accompagnato?
Michel Mytrowytch ed Eleonora Rossi.
© Foto
Gloria Chiappani Rodichevski
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Dovrebbe domandarmi chi non ho accompagnato. Ho lavorato con
gente straordinaria. Ho accompagnato Noëlla Pontois, Patrick Dupond, Sylvie Guillem… Con Dupond siamo stati
compagni al Lycée Racine,
sa? Lì c'era anche Elisabeth Platel,
attuale direttrice della Scuola di danza dell'Opéra. La mattina avevamo cinque ore di lezione e il pomeriggio Patrick
correva all'Opéra per le lezioni di danza, mentre io correvo al conservatorio.
Era un bel periodo, sì.
Ancora qualche nome?
Christiane Vaussard,
una grande étoile, che ha lasciato un'impronta
importante nella didattica: dalle sue allieve pretendeva sempre il meglio.
Di Jean Guizerix ricordo la forza
immensa e la statura: quando sollevava le ragazze, queste avevano paura perché
si trovavano sotto il soffitto! Di Cyril Atanassoff la straordinaria gentilezza: non aveva mai un
moto di rabbia. Un aneddoto su di lui. A Corrèze
lavorai con lui in uno stage. Spesso si alzava alle cinque del mattino per
andare, con il direttore tecnico, a pescare trote: tornava per la prima
colazione, pronto per i corsi.
Ho avuto anche l'onore di accompagnare l'étoile Serge Peretti durante i corsi che
tenne. Peretti è stato la prima
étoile del XX secolo e ha lavorato in tutto il mondo.
A Claude Bessy dobbiamo
l'ottenimento di finanziamenti per la costruzione, a Nanterre,
di una nuova scuola di danza con un internato, opera di Christian de Portzamparc.
Un altro personaggio che ho amato è Serge
Golovine, insegnante alla scuola di danza e già
ballerino internazionale. Marito di Claude Bessy, ha
formato un numero enorme di allievi lavorando sull'espressività della testa e delle
braccia e dando – quindi ‑ un grosso contributo. Golovine
apparteneva a una famiglia di danzatori: Solange Golovine, ad esempio, era maître de ballet presso la Compagnia del Marquis de Cuevas. Serge mi ha insegnato molto attraverso il suo amore per la
musica complessa: Prokofiev, Bartok,
gli impressionisti francesi. Era originale. Quando preparavamo le dimostrazioni
della Scuola, coreografava le musiche che lui stesso sceglieva.
Ho lavorato anche con Angelin Preljocaj, Claude Gallotta,
Jerome Robbins, Pina Bausch. La Bausch è eccezionale e completamente
stravagante!
Michel
Mytrowytch durante l'intervista.
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Foto Alexandre Rodichevski
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Un altro ricordo. Ho accompagnato il Balletto di Montreal,
giunto a Parigi per rappresentare Les Indes Galantes di Jean-Philippe Rameau, diretto da
William Christie, musicologo specialista del barocco. Quando seppi
dell'imminente arrivo di Christie, ero impaurito, ma mi calmai non appena lo
vidi: giunse con un'aria tranquilla, indossando un paio di modesti jeans. Era
stato uno dei miei professori di musica al Conservatorio. Christie adora i
Beatles. Ricordo che, mentre dirigeva le ripetizioni, accennava qualche passo
di danza guardando i ballerini.
Abbiamo citato Patrick Dupond. Che
cosa mi dice a proposito della sua direzione del Balletto dell'Opéra?
Ha assunto la direzione dopo Nureyev e ha dato un'impronta
di rinnovamento, invitando Pina Bausch e portando la danza moderna, gruppi
jazz, il tip tap e le danze
tradizionali giapponesi, balinesi, indonesiane,
messicane…
Quali sono i metodi d'insegnamento all'Ecole
de danse et de ballet?
Venticinque anni fa gli insegnanti erano severissimi. Con
Claude Bessy e, ancor più, con Elisabeth Platel, c'è stato un cambiamento e
oggi giovani insegnanti e allievi sono decisamente più in sintonia. Minor
severità non significa minor disciplina: c'è sempre
molto rispetto per insegnanti, assistenti e pianista, ma si respira
un'atmosfera più umana. Ricordo che in passato era proibito sia uscire dalla
sala per bere acqua sia tenerne con sé una bottiglia. Nel 2003 un'associazione
contro "l'harcèlement moral"
fece una serie di inchieste in parecchi istituti, tra
cui la nostra scuola. I risultati, contraddittori, suscitarono molto rumore. La
direttrice, Claude Bessy, ricevette lettere di
solidarietà e di difesa da parte del mondo artistico (Sylvie Guillem, Maurice Béjart e altri
che ora non ricordo) e di molti suoi ex allievi, attualmente
ballerini all'Opéra. Alla fine venne dimostrato che la
maggior parte delle accuse era infondata. Oggi noi disponiamo
di un fisioterapista e di un'infermiera a tempo pieno.
Grossi nomi, un'esperienza intensa, tanti
ricordi e anche una grande varietà di composizioni, riunite in CD, usate dagli insegnanti di danza: composizioni
originali in stile ucraino, tzigano, italiano, spagnolo, ma anche classico,
jazz e moderno.
Ho vissuto intensamente, è vero, e sto continuando sulla
stessa strada.
Che cosa rappresenta, concretamente, per Lei l'Opéra?
Il mio lavoro lì ha, per me, la priorità: sono sempre
disponibile e vengo richiesto. Che cosa rappresenta,
concretamente, per me l'Opéra, mi chiede? È la mia seconda casa e ci vado con
devozione.