Intervista ad Anna Razzi

Anna Razzi ne Il lago dei cigni, coreografia di Rossella Hightower, regia di Franco Zeffirelli, Teatro alla Scala, 1985.

© Foto Alessio Buccafusca

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La danza è […] arte effimera per eccellenza.

Proprio per questo la ripresa video è molto importante: guardando un video si coglie la tecnica, ma anche l’espressione. Un tempo, prima che la tecnologia mettesse a disposizione diversi mezzi, ci si affidava alla memoria la quale, si sa, non è infallibile. Un balletto (parlo soprattutto dei balletti di repertorio) passava dal coreografo al ballerino e - quando il ballerino diventava maître de ballet - passava da lui ad un altro ballerino e così via. I grandi balletti di repertorio sono stati tramandati pressoché oralmente benché a volte si trovassero alcune indicazioni sulle parti ture di tale genere di balletti.

Quando ero nella Compagnia del Teatro alla Scala, si cominciava a fare le riprese cinematografiche in bianco e nero dei balletti di Léonide Massine oppure le riprese in sala, senza - però - luci adatte.

Ho affermato che la danza non si scrive. È vero, anche se qualcuno ha tramandato le coreografie mettendo a punto un tipo di scrittura: la notazione. Tra le notazioni più moderne e conosciute ci sono la Labanotation e la Benesh notation, tuttavia, anche andando indietro nel tempo, nel XVII secolo, ad esempio, troviamo schemi utili soprattutto perché mostrano il disegno coreografico nel suo insieme. Certo, la lettura di questi schemi (non parlo soltanto di quelli di tre secoli fa, ma anche di quelli moderni) è molto difficile.

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L'intervista integrale è stata pubblicata nel volume L'Effimero in posa di Gloria Chiappani Rodichevski.

Il volume è distribuito da Books International (www.booksinternational.it). È possibile ordinarlo anche presso l'editore, Fondazione Léonide Massine (tel. e fax 081/7875658).