Intervista a Luciano Cannito

Luciano Cannito a Palermo, durante le prove di Franca Florio, regina di Palermo.

© Foto Alessio Buccafusca

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Danza e fotografia (come dire: l’Effimero e il tentativo di renderlo eterno): di che natura è questo matrimonio dei contrari? Di che entità è la sua durata?

Ho letto documenti della metà dell’Ottocento che affermavano: ora che si è inventata la fotografia, scomparirà l’arte figurativa. Poi ci fu l’invenzione del cinema e si preconizzò la scomparsa dell’arte fotografica. Con l’avvento della TV si predisse che i teatri si sarebbero svuotati. Invece non è successo nulla di tutto questo. Oggi le singole arti non solo si sono sviluppate autonomamente, ma attuano forme molto interessanti di sinergia. Quindi il video non batterà mai la fotografia e viceversa. Anzi, ho notato con piacere che la tecnica digitale ha dato impulso all’arte fotografica: abbiamo guadagnato in velocità.

Attualmente sto lavorando ad un film tratto dal romanzo di Gesualdo Bufalino Le menzogne della notte. Per il mio precedente film, La lettera, facevo i sopralluoghi alle locati on girando con la cinepresa. Ho adottato la stessa tecnica per Le menzogne. Alla fine, però, mi sono trovato fra le mani video mossi e quindi lavorare su di essi è risultato estremamente difficile. Ho perciò deciso di munirmi di una macchina fotografica digitale e con quella sono riuscito a fissare l’atti mo. Il video non si mangerà mai la fotografia: mentre quello ‑ se voglio guardarmi un balletto per intero ‑ me lo godo nella tranquillità di casa mia, la fotografia è una cosa del cuore e mi ricorda l’istante. È questa la ragione per la quale, quando prendo contatto con i teatri per proporre miei lavori, nella prima fase di contrattazione non mando il video, ma recensioni, critiche e fotografie: il video lo mando successivamente.

Quindi, no, non avverrà nessun divorzio tra fotografia e danza, perché la fotografia racconta l’emozione molto più del video.

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L'intervista integrale è stata pubblicata nel volume L'Effimero in posa di Gloria Chiappani Rodichevski.

Il volume è distribuito da Books International (www.booksinternational.it). È possibile ordinarlo anche presso l'editore, Fondazione Léonide Massine (tel. e fax 081/7875658).