Dalla pittura alla danza attraverso la poesia
Antonio
Capestro.
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Foto Antonio De Pascalis
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Dal 20 al 27 luglio 2008, Borgo Cardigliano di
Specchia ha ospitato la seconda edizione di Danser ensemble ‑
Danzare insieme, stage internazionale di danza che da quest'anno si fa
largo come festival d'arte.
Durante il festival è allestita la mostra Pittura ha incontrato Poesia, con quadri di Antonio Capestro e liriche
di Gloria Chiappani Rodichevski
Salgo i gradini del Museo e lo vedo in piedi accanto al
tavolo collocato tra Valentina e Rose nere.
C'eravamo salutati un'ora prima, al mio arrivo a Borgo Cardigliano di Specchia, perciò ora – senza por tempo in
mezzo – avviamo una conversazione attorno ai quadri che compongono la
personale. Conversazione che si svolge senza fretta, mentre camminiamo fra le
tele. Il mio interlocutore è una guida prelibata: non potrei chiedere di
meglio, del resto, visto che si tratta dell'autore delle opere esposte, l'architetto
salentino Antonio Capestro.
Sono diciannove le tele. Me le racconta. Anch'io gliele
racconto, in un gioco che si innesca senza premeditazione. È così che capiamo
l'inquietudine che promana dalle rose nere e rosse. O il vortice che si plasma
intorno al bacio. O il senso aguzzo dei denti del leone.
Un reciproco fruirsi, insomma, il nostro, che ‑ da sei
mesi a questa parte, ormai ‑ si snoda lungo il riverbero della pittura
sulla poesia e viceversa. I quadri di Antonio Capestro mi hanno infatti
ispirato poesie scritte su fogli che egli ha appeso accanto ad ogni tela: è
l’allestimento della mostra Pittura ha
incontrato Poesia.
I quadri, inoltre, così come le poesie, hanno ispirato
Andrea Cagnetti, coreografo d'esperienza internazionale.
Durante lo spettacolo finale (26 luglio) Cagnetti ha messo in scena sei sue
brevi coreografie. Le prime tre sono state ispirate ad altrettanti quadri di
Antonio Capestro e danzate su pezzi di J. S. Bach (al violoncello Anna Maria Mastromatteo, del Conservatorio di Roma). Le altre tre,
invece, sono state strutturate e danzate sulla recitazione di tre poesie che ho
dedicato ai quadri dell'architetto salentino.
Cagnetti, in un'intervista,
ha parlato di questi suoi lavori: "Le coreografie su Bach e Capestro sono
nate dallo studio della struttura delle Suite
in modo da riconoscerne il ritmo, la composizione e la forma dell’armonia.
Questi elementi, per studio, sono stati ricercati dagli allievi nei dipinti di
Antonio perché la composizione dei dipinti suggerisse ai ragazzi la struttura
della macro coreografia: dai movimenti dei corpi sullo spazio scenico ed il
loro relazionarsi. Queste coreografie erano frutto di un'improvvisazione. Le
coreografie realizzate sulle poesie sono opera mia. Sono state l’occasione per
mostrare ai ragazzi come la musicalità del significante e la metrica possano
contenere il significato, come la danza possa essere espressa dal corpo o
dall’insieme dei corpi."
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