Obiettivo su Carla Fracci
Carla
Fracci in Souvenir… di Isadora Duncan,
coreografia di Milicent Hodson
e Kenneth Archer (Stoccolma, Teatro Reale
dell'Opera, 1999).
©
Foto Lucia Baldini
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Altocontrasto presenta
Carla Fracci, Immagini
1996-2007 di Lucia Baldini
Una selezione di immagini che Lucia Baldini ha realizzato
durante i dodici anni di collaborazione come fotografa di scena di Carla Fracci.
Dal 6 al 22 giugno 2008 ore 21, Chiesina dello Spedale, Meldola (FO).
Dalla presentazione di Enrico Gatta contenuta nel catalogo
della mostra:
“Questa Mostra è come un castello di destini e di sguardi
incrociati. Vi confluiscono molte storie: di artisti, di spettatori, di teatri.
Ma soprattutto è la storia di una ballerina, Carla Fracci, tra le più grandi
del Novecento, seguita nelle tappe dell’ultimo decennio da una fotografa
artista, Lucia Baldini, che è a sua volta un caso raro. Perché sono pochi i
fotografi che riescono a tradurre in immagini la danza senza pietrificarla, e
cogliendone invece il mistero.
Lucia Baldini arriva con l’obiettivo fotografico al cuore
della scena che accade davanti a lei. Ha confessato una volta che a guidarla
non è la plasticità dei corpi, o la geometria che essi creano nello spazio, o
l’espressione dei volti, ma la musica.
È la musica a stabilire la frazione di tempo più propizia
allo scatto. In tal modo l’immagine che noi vediamo non giunge come qualcosa di
esterno, ma germina dalla medesima necessità espressiva che determina la
rappresentazione. E tuttavia tutto questo non sarebbe possibile senza una
intesa straordinaria tra chi guarda e chi è guardato. Alla metà degli anni
Novanta, che è più o meno il tempo in cui questo libro ha cominciato a farsi,
l’avventura che qui si racconta era tutt’altro che prevedibile. Carla Fracci,
già da lungo tempo ai massimi livelli internazionali, così come hanno fatto in
passato altre grandi ballerine, avrebbe potuto scegliere uno o due ruoli dei
suoi più significativi e continuare a danzare solo in quelli, fin tanto che
fosse stata per il pubblico un emblema riconoscibile. Ma la grande ballerina
classica, l’interprete che per tanti si identifica con la Giulietta e la
Giselle della loro vita, non ha voluto trasformarsi nell’icona di se stessa e
si è posta un traguardo diverso. Che poi, a ben vedere, non è tanto un
traguardo, quanto piuttosto un modo d’essere, la fedeltà a uno stile,
l’obbedienza alla regola di mettersi ogni giorno in discussione alla sbarra e
sulle tavole del palcoscenico. Ma è anche questa una circostanza che rende
esaltante l’esperienza di Carla Fracci, che nella sua mai appagata ansia di
ricerca ha sempre attinto in profondità, come ancora farà in futuro,
all’inesauribile fonte dell’Essere donna. È bello scoprire, con Lucia Baldini,
come la fotografia, oggi così propensa a pubblicizzare i fasti dell’apparenza
più che a rappresentare l’essere, in realtà non abbia perso la capacità di
cogliere immagini della vita interiore. Forse all’origine di tutto c’è lo
stesso atteggiamento amoroso che ha accompagnato Carla Fracci nella sua lunga
carriera”.
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