Non sempre ricchezza e successo possono donare felicità

Franca Florio, Regina di Palermo rivive al Teatro Massimo

Franca Florio, regina di Palermo: Rossella Brescia e Giuseppe Picone nella scena della collana.

© Foto Alessio Buccafusca

 L’Unica così la definì Gabriele D’Annunzio in omaggio alla sua bellezza. La Stella d’Italia fu il sopranome che le diede lo Zar Guglielmo II. Nelle cronache degli anni a cavallo tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900 risulta che la donna più bella della Sicilia si trovasse a Palermo e che fosse Donna Franca Florio, moglie di Ignazio junior, figlio di Ignazio senior, il magnate industriale palermitano, la cui dinastia fu per circa un secolo protagonista assoluta dell’economia siciliana. La nobile e bella Franca Jacona Notarbartolo di San Giuliano sposò giovanissima Ignazio Florio junior. Fu una scelta d’amore in un epoca in cui i matrimoni nei ceti sociali più alti venivano, spesso, ancora organizzati dalle famiglie. Lei, Franca, era di una bellezza rara. Il suo fascino mediterraneo, la sua carnagione perlata, occhi e capelli neri, lineamenti perfetti, la rendevano, tra le ragazze da marito della buona e nobile società dell’epoca, uno dei partiti più ambiti dai giovani palermitani. Alla sua bellezza univa, infatti, il suo carattere dolce ma risoluto, la sua cultura fuori dalla norma, la sua raffinatezza ed eleganza, nonché un’ottima educazione stante i suoi nobili natali. Lui, Ignazio, aveva in dote il fascino del mito dei Florio. Intelligente, bello, ricco, pur essendo un gran lavoratore ed un brillante imprenditore, non disdegnava la vita mondana frequentando i migliori salotti palermitani ed europei ed era ambito e ricercato dalla società bene dell’epoca. Da quest’unione fortemente voluta da entrambi, la città, la Sicilia, se ne giovò molto in termini di crescita sia economica sia culturale oltre che di immagine. Ma non tutte le storie sono destinate ad avere un lieto fine. La giovane e bella coppia, ammirata e ricercata da tutti, ebbe, come ogni unione che si rispetti, i propri problemi esistenziali, le proprie disgrazie, i propri dissidi, gelosie, incomprensioni. La bella Franca, immortalata da tanti pittori, tra i quali il famoso Giovanni Boldini che la dipinse nel massimo del suo splendore, e dai versi di D’Annunzio, ammirata dai maggiori capi di stato e reali europei, non fu solo una donna bellissima, elegante e di gran classe, ma contribuì all’ampliamento del successo del marito assumendo un ruolo importante negli affari dello stesso ed interessandosi alle molte attività da lui svolte. Tanta frenetica vita mondana e culturale, conoscenze di alto rango ed una ricchezza che le avrebbe potuto consentire di vivere un’esistenza privilegiata, agiata e serena non riuscirono, però, ad evitarle il dispiacere per i continui tradimenti del marito Ignazio ma, soprattutto, il grande strazio avuto per la perdita in rapida successione di ben tre dei suoi cinque figli ed il rammarico di non aver potuto alla fine avere la gioia di far continuare la dinastia dei Florio in mancanza di un erede maschio. Ripercorrere, perciò, le tappe più significative della storia di questa coppia significa anche riviverne la sua parabola discendente che porterà Franca e Ignazio da protagonisti assoluti del loro tempo all’anonimato di un tramonto quasi inaspettato che culminerà con il decadimento della dinastia, con la perdita della ricchezza e con il fallimento delle innumerevoli, brillanti ed operose attività della famiglia.

A Franca Florio, regina di Palermo si è voluto ispirare Luciano Cannito dando questo titolo al suo balletto, rappresentato in prima assoluta nel novembre 2007 al Teatro Massimo. Non un documentario, come egli stesso dichiara nel libretto di sala, su Franca Florio, né una puntuale ricostruzione biografica della sua vita, bensì il racconto della vita di una donna che, pur essendo stata un mito per la sua epoca, ha convissuto anche, come tante sue simili, con le sue disgrazie, le sue gioie, i suoi piaceri, i suoi affetti, i suoi dispiaceri, i suoi turbamenti. Cannito ha immaginato la sua storia dalla fine, quando cioè Franca, ormai avanti negli anni e volontariamente isolatasi nell’isola di Favignana, un tempo regno incontrastato dei Florio, ripercorre i momenti più importanti della sua vita. Come in ogni essere umano che rivive la propria esistenza i suoi pensieri sono come dei flashback dove hanno più importanza, rispetto alle rappresentazioni puntuali di vita vissuta, le sensazioni, i sentimenti, le gioie, i dolori, i rimorsi che rimangono per sempre custoditi nel cuore e nella mente. Ed è dunque come il ripercorrere l’arco di una giornata che nasce luminosa, piena di aspettative, che giunge al culmine del mezzodì sfavillante di gioia e di radiosa felicità, per poi già al pomeriggio farsi più oscura, nostalgica fino al buio della notte in cui tutto è concluso tranne il ricordo.

La realizzazione dello spettacolo è stata eccellente. Di gran pregio l’allestimento scenico di Francesco Zito, essenziale ma ricco di riferimenti: lo sfondo del mare luccicante di Favignana ed i veli bianchi che ondeggiano sospinti dal vento marino; un angolo di salottino da un lato per i chiacchierii della famiglia di Franca ed una scrivania dall’altro per l’ufficio del laborioso e frenetico Ignazio (lui e lei visti nei rispettivi momenti di vita in attesa di qualcosa che succederà); la cancellata della Marina di Palermo, classico luogo di ritrovo dei cittadini palermitani (ricchi e poveri), con i caratteristici lampioni di ghisa; un altare con pochi fronzoli per il matrimonio della coppia; elementi floreali per il giardino d’inverno della festa di nozze; il grande bastimento che domina il palco pronto per essere varato e celebrare così l’apogeo della famiglia Florio; un gigantesco cavallo a dondolo circondato da grandi giocattoli accanto al lettino della piccola Giovanna morente; il gran sipario del Teatro Massimo dove dietro le quinte, a fine recita, si consuma l’ennesima scappatella di Ignazio sotto gli occhi, che fingono di non vedere, di Franca e, poi, accenni di affreschi per i saloni di incontro con le teste coronate, grandi arcate liberty e balconate per gli interni dove si svolge la vita della coppia. Anche i costumi, molto belli e luminosi, sono preziosi di merletti e ricami, dai colori a volte tenui a volte vivaci ma sempre sobri, raffinati e leggeri in una ricostruzione perfetta della moda dell’epoca.

Il taglio, come per una regia di film, dato da Cannito al balletto, rende ancor più scorrevoli gli eventi che si susseguono, si incastrano l’uno con l’altro, senza un attimo di sosta, rendendo ancora più avvincente l’evolversi della storia. Particolarmente significativi alcuni momenti coreografici come quello della duplice visione in scena dei due protagonisti mostrati contemporaneamente nel loro quotidiano negli istanti prima del loro incontro che avverrà poco dopo durante la classica passeggiata pomeridiana: lei, coccolata dalla sua famiglia, che rivela la sua anima di sognatrice ed esprime la sua infantile euforia, come qualsiasi giovanetta della sua età, nella trepida attesa e speranza di incontrare l’uomo dei suoi sogni che farà un giorno parte della sua vita; lui, tra le carte del suo ufficio, frenetico e vivace nelle vesti del brillante imprenditore ma attratto dalla vivacità del mondo che lo circonda, dalle donne, dalla vita mondana e sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Molto belle le scene di insieme durante la passeggiata ed emozionanti i primi approcci di curiosità e di attrazione che i due giovani si scambiano, come delicate e, nello stesso tempo, gioiose sono le danze che festeggiano il loro matrimonio. Altro momento toccante è il passo a due della prima notte di nozze in cui la ritrosia, la timidezza e l’ingenuità di Franca unite alla delicatezza di Ignazio nei confronti della giovane moglie vengono pian piano annullate dal desiderio dei due novelli sposi di scoprire la passione. Imponente il quadro del varo della nave, anche qui con bei gruppi d’insieme, fino al momento della tragedia incombente della malattia della figlia Giovanna e lo straziante e drammatico quadro successivo che culmina con il disperato abbraccio di Franca alla figlia morente. Di forte impatto è la scena delle madri luttuosamente in nero private dell’affetto dei propri figli, mentre delicata e nostalgica è la scena dei pescatori di Favignana che ravvivano il triste, volontario esilio di Franca nell’Isola, come divertente e maliziosa è la scena in cui il pittore Boldini corteggia Franca per renderla spontanea e vera mentre dipinge il suo ritratto. In mezzo a tanta ricchezza di quadri (i cambi di scena nei due atti del balletto sono ben diciotto) si assiste anche alle schermaglie amorose tra Ignazio e la sua amica Vera Arrivabene, alle sfilate degli ospiti illustri che omaggiano Donna Franca, ai  momenti di incomprensione della coppia, ai tentativi di Ignazio di riallacciare il rapporto con la moglie ed alle sue scenate di gelosia, alle sofferenze di una donna che ha avuto tutto dalla vita ma non la felicità che aveva sognato, mentre, onnipresente, tesse il filo dei ricordi la Franca, ormai nel tramonto dei suoi giorni, che con angoscia vede la sua vita scorrere davanti agli occhi senza poterla più cambiare. Quella Franca è Carla Fracci che con grande personalità e drammaticità apre, condivide e chiude la storia volteggiando tra i ricordi fino a unire i suoi passi con la proiezione di sé stessa e del suo Ignazio. La Franca più giovane è interpretata da Rossella Brescia con slancio, fisicità e notevole presenza in scena soprattutto nei momenti più drammatici. La Franca, vista nelle repliche, di Sabrina Brazzo tratteggia, invece, un personaggio più lirico, soave, aggraziato, tenero, commovente e capace di donare reali emozioni di pura danza soprattutto nel passo a due della notte di nozze insieme all’ottimo Alessandro Macario. Giuseppe Picone è un perfetto Ignazio Florio di grande presenza scenica, elegante, impeccabile nel disegnare l’uomo di successo, volubile e ambizioso che era il marito di Franca. La grintosa Soimita Lupu (nelle repliche Carmen Marcuccio) è Vera Arrivabene, l’amica tradita, che, con piglio aggressivo ed irato, difende la sua primogenitura d’amore per Ignazio, mentre Paolo Nocera tratteggia con umorismo il pittore Giovanni Boldini. Bene tutti i personaggi di contorno come la deliziosa Colombina di Michela Viola (Aurora Licitra nelle repliche), il vecchio pescatore di Giuseppe Riccobono, il maggiordomo di Giuseppe Bonanno (Vito Bortone), i tre segretari di Ignazio: Fabio Correnti, Massimo Ilario Schettini e Zeren Pan e tutti gli altri interpreti con il Corpo di Ballo impegnato al massimo.

La musica del balletto, composta per l’occasione da Lorenzo Ferrero, è ispirata ed aderente ai momenti significativi della storia passando dalla leggerezza del valzer per le scene festose alla pomposità delle celebrazioni fino alla cupezza straziante quasi urlata di fronte alla disperazione per la morte dei bimbi. L’orchestra del Massimo è diretta con grande efficacia da Will Humburg. Bellissime, come sempre, le luci di quel grande professionista che è Bruno Ciulli.

Il pubblico è accorso numeroso, come avviene ormai da tempo per i balletti qui a Palermo, ed ha molto apprezzato il lavoro inondando di fiori gli interpreti.

Struttura del balletto

Primo atto

SCENA I - A Favignana, una donna sola, nei pressi della marina, si abbandona ai ricordi.

SCENA II - La giovane Franca, nella casa dei genitori, trascorre un giorno di festa scegliendo l’abito per una passeggiata fra le vie di Palermo, accompagnata dalle due inseparabili cugine.

SCENA III - Ignazio Florio, nel suo studio, lavora alacremente finché non decide di fare una breve pausa.

SCENA IV - Franca passeggia alla Marina, ammirata da tutti; passa di lì anche Ignazio, accompagnato da un’amica, Vera Arrivabene.

SCENA V - Ignazio e Franca incrociano gli sguardi: lui vorrebbe conoscerla e ciò mette Vera in grave imbarazzo.

SCENA VI - Ignazio bacia la mano di Franca: tra i due è amore a prima vista; Vera, in disparte, è offesa e amareggiata.

SCENA VII - Sembra che il mondo si fermi intono a Franca e Ignazio ma l’arrivo dei genitori di lei li costringe a separarsi.

SCENA VIII - A Favignana, Franca rilegge commossa una vecchia lettera di Ignazio.

SCENA IX - Franca riceve continuamente lettere da Ignazio che, dal canto suo, trascura il lavoro. La famiglia di Franca non è entusiasta del legame della giovane aristocratica con un borghese, benché assai ricco.

SCENA X - Franca e Ignazio si sposano, insieme a pochi intimi, a Livorno e, terminata la funzione, ripartono festosi per Palermo.

SCENA XI - Gran Festa nuziale a Palermo.

SCENA XII - Gli invitati vanno via. Prima notte d’amore di Franca e Ignazio.

Secondo atto

SCENA I - A Favignana, Franca vive dei suoi ricordi, circondata dall’affetto dei pescatori.

SCENA II - Dopo alcuni anni, Franca e Ignazio, protagonisti del bel mondo e ancora felicemente uniti, varano il lussuoso yacht Aegusa, dono del marito alla moglie.

SCENA III - La figlioletta Giovanna sviene, Franca e Ignazio tornano a casa. La madre resta accanto alla bimba la cui salute è irrimediabilmente minata.

SCENA IV - Preparativi per l’arrivo del Kaiser.

SCENA V - Arrivano Guglielmo II e la consorte; Palermo è in festa insieme a Franca e Ignazio in questo loro momento di magica celebrità.

SCENA VI - Casa Florio è frequentata anche dai reali inglesi e da altri notabili.

SCENA VII - Arrivano a Palermo alcuni principi russi per trascorrere una villeggiatura presso i Florio. Tutti chiamano Franca la “regina” di Palermo.

SCENA VIII - Qualcosa è cambiato tra i due coniugi dopo la morte di Giovanna e la tragica scomparsa dell’ancor più piccolo Ignazio “Baby Boy”: Franca vive ritirata nelle sue stanze, Ignazio è turbato dalla ritrosia della moglie e subisce il fascino di Vera, sua passione giovanile.

SCENA IX - Franca e Ignazio vanno a una Prima al Teatro Massimo. Dietro le quinte, Ignazio corteggia una ballerina mentre Franca, elegantemente, finge di non accorgersene.

SCENA X - Il pittore Boldini vede in Franca la propria musa ispiratrice, fino a ritrarla in pose sempre più maliziose. Ignazio li sorprende e distrugge il quadro; poco dopo, pentito, regala a Franca una splendida collana di perle e ordina al pittore un nuovo dipinto.

SCENA XI - Anche se la passione di Ignazio è ormai svanita, Franca è nuovamente incinta: lei lo ama ancora e vorrebbe dargli il tanto agognato erede maschio.

SCENA XII - A Favignana, Franca riporta alla memoria, con insistenza, i ricordi più drammatici.

SCENA XIII - Al casinò di Sanremo, Ignazio flirta con altre donne; Franca è sola, a un altro tavolo. La sorte sembra essere cambiata e i due si allontanano separatamente.

SCENA XIV - Di fronte al mare di Favignana il sole sta per tramontare: Franca sa di essere stata una regina ma oggi è sola e fragile. Come una donna qualsiasi. Sola in un’isola in mezzo a un mare di ricordi.

I cast

Teatro Massimo, 21, 22, 23, 24, 25, 27 novembre 2007

Balletto in due atti di Luciano Cannito

Musica di Lorenzo Ferrero

Prima rappresentazione assoluta

Direttore

Will Humburg

Regia e coreografia

Luciano Cannito

Scene e costumi

Francesco Zito

Assistenti alla coreografia

Giuseppe Dalla Monica e Luigi Neri

Assistente alle scene

Annamaria Innamorati

Assistenti ai costumi

Maria Ialongo e Marisa Spanò

Luci

Bruno Ciulli

Personaggi e interpreti

Franca Florio

Carla Fracci

Franca

Rossella Brescia

Sabrina Brazzo (22,24)

Ignazio

Giuseppe Picone

Alessandro Macario (22,24)

Vera Arrivabene

Soimita Lupu

Carmen Marcuccio (22,24)

Atto I

 

Franca Florio, Franca, Ignazio, Vera e, in ordine di apparizione:

Vecchio pescatore

Giuseppe Riccobono

Maggiordomo

Giuseppe Bonanno/Vito Bortone (22,24)

Madre di Franca

Carla Livio/Floriana Zaia (22)/Patrizia Saggio (24)

Padre di Franca

Maurizio Rosso/Salvatore Tocco (22,24)

Cugine di Franca

Floriana Zaja/Michela Viola (22,24), Monica Piazza/Cecilia Mecatti (25,27)

Domestiche

Roberta Migliore, Lucia Ermetto

Segretari

Fabio Correnti, Massimo Ilario Schettini, Zeren Pan

Donne aristocratiche

Annalisa Bardo, Ornella Cicero, Belinda Denaro, Simona Filippone, Romina Leone, Aurora Licitra, Cecilia Mecatti, Giada Scimemi, Sonia Riina, Annalisa Tinessa, Valentina Zaja

Uomini aristocratici

Vito Bortone, Mirko Bosoclo, Daniele Chiodo, Pierluigi De Santis, Carlo Di Dio, Gennaro Lasco, Benedetto Oliva, Luca Panella, Giuseppe Rosignano

Colombina

Michela Viola/Aurora Licitra (22,24)

Venditrici ambulanti

Zina Barrovecchio, Francesca Davoli, Alessia Pollini

Popolane

Belinda Denaro, Simona Filippone, Sonia Riina, Giada Scimemi

Popolani

Marcello Carini, Pierluigi De Santis, Ignazio Ferracane, Benedetto Oliva

Sacerdote

Giuseppe Puccio/Giovanni Simeone (22,24)

Madre di Ignazio

Anna Di Martino/Patrizia Saggio (22,24)

Atto II

 

Franca Florio, Franca, Ignazio, Vera e, in ordine di apparizione:

Vecchio pescatore

Giuseppe Riccobono

Pescatori

Mirko Boscolo, Daniele Chiodo, Paolo Nocera, Benedetto Oliva, Ettore Valsellini

Giovanna Florio

Beatrice Reina/Ginevra Ardizzone (22,24,26)

Cugine di Franca

Floriana Zaja/Michela Viola (22,24), Monica Piazza/Cecilia Mecatti (25,27)

Segretari

Fabio Correnti, Massimo Ilario Schettini, Zeren Pan

Madre di Franca

Carla Livio/Floriana Zaja (22,24)

Madre di Ignazio

Anna Di Martino/Patrizia Saggio (22,24)

Marinai

Mirko Boscolo, Daniele Chiodo, Paolo Nocera, Benedetto Oliva, Ettore Valsellini

Donne aristocratiche

Annalisa Bardo, Ornella Cicero, Romina Leone, Aurora Licitra, Cecilia Mecatti, Giada Scimemi, Annalisa Tinessa, Valentina Zaja

Uomini aristocratici

Vito Bortone, Mirko Bosoclo, Daniele Chiodo, Pierluigi De Santis, Carlo Di Dio, Gennaro Lasco, Benedetto Oliva, Luca Panella, Giuseppe Rosignano

Venditrici ambulanti

Zina Barrovecchio, Franesca Davoli, Alessia Pollini

Popolane

Belinda Denaro, Simona Filippone, Sonia Riina, Giada Scimemi

Popolani

Marcello Carini, Pierluigi De Santis, Ignazio Ferravae, Stefan ivanov

Maggiordomo

Giuseppe Bonanno/Vito Bortone (22,24)

Domestiche

Roberta Migliore, Lucia Ermetto

Guglielmo II Kaiser di Prussia

Luca Panella

Imperatrice Augusta Vittoria

Cinzia Graziano/Elvira Di natale (25,27)

Ufficiali prussiani

Ignazio Ferracane, Gennaro Lasco, Giovanni Simeone

Dame tedesche

Lucia Bucca, Simona Filippone, Alessia Pollini

Edoardo VII d’Inghilterra

Salvatore Tocco/Giuseppe Puccio (2,24)

Alessandra d’Inghilterra

Sonia Riina/Monica Piazza (22,24)

Aristocratico inglese

Marcello Carini

Aristocratica inglese

Zina Barrovecchio

Principe russo

Stefan Ivanov

Principessa russa

Patrizia Saggio/Anna Di Martino (25,27)

Giovanni Boldini

Paolo Nocera

Ballerine

Zina Barrovecchio, Francesca Davoli, Aurora Licitra, Alessia Pollini, Michela Viola

Primo ballerino

Fabio Correnti

Prima ballerina

Cecilia Mecatti/Belinda Denaro (25,27)

Impresario

Maurizio Rosso/Giovanni Simeone (22,24)

Siparista

Daniele Chiodo

Attrezzista

Gennaro Lasco

Baby boy

Jamel Bejaoui

Bambini

Yassin Bejaoui, Federica La Fata, Gabriele La Fata, Giulia Macaluso, Asia Tortora, Fabio Tortora

Croupiers

Marcello Carini, Pierluigi De Santis, Gennaro Lasco, Giuseppe Puccio

Donne al Casinò

Ornella Cicero, Belinda Denaro, Lucia Ermetto, Simona Filippone, Romina Leone, Aurora Licitra, Alessia Pollini, Giada Scimemi, Annalisa Tinessa, Michela Viola, Valentina Zaja

Uomini al Casinò

Mirko Boscolo, Daniele Chiodo, Fabio Correnti, Carlo Di Dio, Gennaro Lasco, Paolo Nocera, Benedetto Oliva, Zeren Pan, Giuseppe Rosignano, Massimo Ilario Schettini

Padre di Franca

Maurizio Rosso/Salvatore Tocco (22,24)

Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo

Allestimento del Teatro Massimo di Palermo

Scene Fondazione Teatro Massimo e Scenografie Barbaro (Scandicci)

Costumi Fondazione Teatro Massimo

Tirelli (Roma) e Annamode 68 (Roma)

Attrezzeria Fondazione Teatro Massimo e Rancati (Milano)

Parrucche Costanzo (Palermo); Calzature Pompei (Roma); Copricapi Pieroni (Roma)