Don Chisciotte
10 settembre 2007
La
recita scaligera del 10 settembre. 1
Galleria
fotografica. 1
Don
Chisciotte.
©
Foto Marco Brescia
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Il penultimo appuntamento della stagione scaligera 2006-2007 è con Don Chisciotte di Ludwig Minkus (orchestrazione e adattamento di John Lanchbery), nella coreografia di Rudolf Nureyev ripresa da Aleth Francillon. Le scene sono
di Raffaele del Savio, mentre i costumi sono di Anna Anni.
I protagonisti della rappresentazione del 10 settembre 2007
sono stati Svetlana Zakharova
(Kitri), Denis Matvienko
(Basilio), Nedo Zingoni (Don Chisciotte), Stefano Benedini (Sancho Panza), Matthew Endicott (Lorenzo), Vittorio D'Amato (Gamache),
Marta Romagna (la regina delle Driadi), Alessandro Grillo (Espada),
una ballerina di strada (Beatrice Carbone), Daniela Cavalleri
(Amore).
Protagonista, anche, è stato il Corpo di ballo del Teatro
alla Scala. Hanno partecipato inoltre gli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia del teatro alla Scala diretti da Frédéric Olivieri.
L'Orchestra del Teatro alla Scala è stata diretta da Paul
Connelly.
Uno splendido debutto, quello di Svetlana
Zakharova e di Denis Matvienko.
Lei: una Kitri con una venatura di
raffinatezza. Lui: un Basilio dalla giusta verve.
Abituati ad amare Svetlana Zakharova come l'interprete privilegiata delle eroine
romantiche, l'attesa per vederla esprimersi nel ruolo di Kitri
era grande. Attesa che è stata decisamente premiata.
Fin dal suo apparire in scena la Zakharova ha dato
l'impressione di aver improntato la propria Kitri
alla più schietta giovinezza, mai prepotente ‑ tuttavia ‑ mai
sfacciata, bensì, come ho accennato in apertura, temperata da una vena di
raffinatezza.
Espressivissima ovunque:
dall'atteggiamento delicato e rispettoso nei confronti di Don Chisciotte, l'hidalgo sognatore, alle vezzosità che indirizza al padre,
per ammansirne le ire, alle innocenti monellerie di cui fa oggetto Gamache.
Dal canto suo, Matvienko ha
condotto egregiamente il proprio Basilio lungo i tre atti nureyeviani:
vivace nel primo; sottilmente sensuale nel secondo; puro fuoco d'artificio
(assieme alla sua partner) nel terzo.
Matvienko, che con la Zakharova ha in comune l'origine ucraina e la formazione (a partire dalla Scuola Coreografica di Kiev), è piaciuto in
crescendo. Il suo temperamento artistico si riverberava in ogni atto, tanto che
‑ man mano che la storia si srotolava sulla scena ‑ ci si rendeva
conto del suo eclettismo interpretativo.
Ovazioni per entrambi gli interpreti da parte del pubblico
scaligero.
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