Fandango

Jeannette, la più giovane e la più carina delle sorelle, passava il tempo ad allenarsi per le gare di tango. Ogni giorno si ballava il fandango a colpi di tacchi, battimani, nacchere e voci stridule, olé! Jeanette caricava un vecchio fonografo a manovella nascosto nell’armadio del guardaroba e insieme a sua sorella Elyse che faceva da cavaliere, al ritmo di un-due, un-due-tre ripeteva instancabilmente le stesse figure fatte di avvolgimenti sapienti, piroette pericolose e passi rapidi, per smettere poi di colpo, su una nota, e rimanere nella più assoluta immobilità, un piede piantato all’indietro, la faccia rigida come una maschera voltata verso il cavaliere (che dal canto suo fissava l’infinito) e un braccio proteso verso il soffitto, sorretta da Elyse che ce la metteva tutta.

Da CARDINAL, Marie, Le parole per dirlo, Milano, Bompiani, 1999, pag. 96