L'identikit della vera ballerina

Da sinistra: Anna Maria Prina, Piero Angela e Marta Romagna a Superquark.

© Foto Teatro alla Scala

È ciò che Piero Angela ha proposto di fare ad Anna Maria Prina, in occasione della finestra aperta sulla danza all'interno di "Come si fa", rubrica curata da Rossella Li Vigni in seno alla trasmissione Superquark, andata in onda su Rai Uno il 3 agosto 2006. Ospiti in studio sono state appunto Anna Maria Prina, direttrice della Scuola di Ballo dell'Accademia del Teatro alla Scala, e Marta Romagna, prima ballerina del Teatro alla Scala.

Qual è, dunque, l'identikit della vera ballerina e del vero ballerino? Che cosa si vede e si ricerca in una ragazzina che si presenta alle selezioni per entrare a fare parte di una scuola di ballo?

Anna Maria Prina ha risposto indicando subito le proporzioni armoniche del corpo, che deve essere snello, sottile. Tuttavia, ha sottolineato, per contro, non bisogna essere troppo magri. Vengono inoltre valutate attentamente le qualità "intrinseche muscolari, dei tendini, dei legamenti: quindi [occorre] essere elastici per poter alzare le gambe, per poter piegare la schiena, estendere la schiena all'indietro o in avanti, […] [avere] arti superiori e inferiori [proporzionati]." Per quanto, in particolare, riguarda il maschio, egli deve "deve essere più corposo, forte, più formato, anche se i ragazzini da piccoli sono meno maturi delle ragazzine." Piero Angela ha ricordato a questo punto che i maschi devono fare molto esercizio fisico dato che tocca a loro sollevare le ballerine, cioè pesi di mezzo quintale. Anna Maria Prina ha chiosato: "Ultimamente usiamo tantissime tecniche nella scuola proprio per rinforzare i maschi. Il settore maschile lo abbiamo reso più forte."

Le ospiti in studio hanno poi parlato dei canoni cui deve corrispondere quello "strumento di lavoro" che sono le gambe: il ginocchio e la caviglia devono essere piccoli e i polpacci non troppo muscolosi. Curiosamente l'identikit della vera ballerina di oggi ci mostra un fisico diverso dai fisici delle tersicoree ottocentesche. Nell'Ottocento le ballerine, ha spiegato Anna Maria Prina, "erano molto formate muscolarmente […], anche un po' più grassocce, ma lavoravano in un modo per cui il muscolo si gonfiava: cioè era un lavoro meno interno, molto più esterno." Appare perciò chiaro quanto occorra stare attenti, nell'insegnamento, a non creare "una massa muscolare inutile, perché […] grossezza [non] è potenza. Quindi adesso si lavora in un modo molto più in velocità, molto più allungato, con possibilità di alzare molto di più le gambe mentre nell'Ottocento si alzavano a 45°, non di più."

Piero Angela ha voluto sapere se è una dote che tutti hanno, quella di alzare così tanto le gambe. Rivolgendosi a Marta Romagna le ha posto la domanda scherzosa: "Lei come se la cava?" Accogliendo il garbato scherzo, la prima ballerina scaligera ha spiegato di ritenersi fortunata perché ‑ avendo alle spalle la ginnastica artistica ‑ tale disciplina le ha modellato il corpo dandole un'elasticità superiore a quella che normalmente possiede una ragazzina. "Certo," ha concluso, "che dopo hanno fatto il lavoro i miei ottimi insegnanti!"

Piero Angela ha continuato nell'esame della gamba di una ballerina portando l'attenzione sul "famoso collo da cigno", cioè il collo del piede, e chiedendo ad Anna Maria Prina di spiegare esattamente di che cosa si tratta. Ecco la risposta: "Vuol dire la possibilità di estendere tantissimo l'arco plantare e […] di avere il collo del piede […] un po' sporgente." Prina ha voluto anche spiegare che non è un puro fatto estetico, ma "un fatto funzionale perché così si può salire meglio sulle punte: se c'è un piede piatto si fa fatica a salire sulla punta."

Piero Angela ha poi messo l'accento sull'imposizione, da parte della danza classica, di atteggiamenti un po' contro natura dal punto di vista delle articolazioni: esiste infatti la rotazione all'infuori. Anna Maria Prina ha spiegato, allora, che già nel Settecento scoprirono che "la rotazione all'infuori dei piedi non avviene dai piedi bensì dalle anche e questo è importantissimo per non rovinarsi, per non farsi male alle ginocchia e alle caviglie."


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