Intervista a Floraleda Sacchi, direttore artistico del LakeComo Festival

19 settembre 2006

Floraleda, il portale Morfoedro ha già avuto il piacere di ospitare una tua intervista, un articolo su uno dei tuoi tour artistici e un articolo sul LakeComo Festival (12 agosto ‑ 22 settembre 2006). Inoltre è con un omaggio poetico a te in doppia lingua (italiano e inglese) che è stata inaugurata la rubrica Connubi. Oggi rinnovo il piacere di averti qui per parlare del LakeComo Festival. Com'è nato questo progetto di cui tu sei il direttore artistico?

Nel 2004 ho fondato l’associazione culturale Amadeus Arte, di cui sono presidente, che promuove il Festival, sotto la mia direzione artistica. Dopo aver eseguito molti concerti ho sentito la necessità di ideare non solo il programma di un singolo evento, ma di un’intera stagione concertistica. Ho pensato quindi che sarebbe stato interessante organizzare qualcosa nella mia terra d’origine, un progetto che ne valorizzasse il patrimonio artistico, storico e paesaggistico e che creasse momenti d’incontro e potesse attingere alla mia esperienza musicale. Ho ideato così il LakeComo Festival, cioè eventi che racchiudono in sé la musica, l’architettura, il paesaggio, il turismo e anche il piacere di gustare alla fine di un concerto un calice di vino in riva al lago, in un luogo ed in una situazione che sarebbero altrimenti inaccessibili. Il LakeComo Festival non è solo una stagione concertistica: offre qualcosa di più, regalando il piacere di vivere una serata nel segno dell’armonia… e oggi basta aprire un quotidiano per capire quanto ci sia bisogno di armonia e bellezza.

Tra l'offerta di concerti, l'Amadeus Duo (composto da te all'arpa e da Claudio Ferrarini al flauto) si è esibito l'8 settembre 2006 presso la Cappella di Villa Melzi a Bellagio in "Una notte all'opera". Che tipo di pubblico ha assistito all'evento? Un pubblico amante soprattutto dell'opera o soprattutto della musica strumentale?

Un pubblico prevalentemente internazionale (statunitensi, australiani, neozelandesi, inglesi, tedeschi, francesi, svedesi) e solo in piccola parte italiana, interessato credo ad entrambi i generi.

Quali sono le problematiche della trascrizione (o riscrizione?) per soli strumenti di brani operistici? E, in particolare, le problematiche legate alla trascrizione o riscrizione per un duo composto di flauto ed arpa?

È curioso come questo programma che in realtà è originale per flauto e arpa venga sempre considerato, riduttivamente, un trascrizione o una riduzione. L’opera che ha avuto un'importanza storica e sociale notevole per secoli è stata adattata dagli autori stessi o da altrettanto valenti artisti in forma cameristica. In anni in cui non esistevano dischi, radio e televisioni, si poteva ascoltare il meglio delle opere di successo al di fuori dei teatri solo grazie alle versioni strumentali di queste musiche, che erano un mezzo eccellente per mostrare l’abilità dell’esecutore al proprio strumento e l’abilità del compositore nell’inventare una nuova chiave di ascolto o una variazione di un tema noto. Rossini è l’autore delle variazioni per flauto e arpa del suo stesso tema “Di tanti palpiti”, così come Donizetti della sonata per flauto e arpa; Parish Alvars, definito da Berlioz il Liszt dell’arpa, crea invece come commemorazione di Bellini, utilizzando temi postumi dell’autore a tre mesi dalla morte, un originalissimo brano di una modernità armonica sconvolgente. I virtuosi del flauto e dell’arpa Franz Doppler e Anton Zamara con la Fantasia “Casilda” ci lasciano l’unica testimonianza dell’opera composta da Ernesto II di Sassonia, imperatore e mecenate dei compositori stessi, che sarebbe altrimenti persa per sempre. Variazioni dello stesso autore sono quelle di Verdi per l’amico flautista Casaretto, e l’unico brano che forse si può definire trascrizione è la famosissima fantasia di François Borne, composta nel 1900 su temi della Carmen di Bizet, il cui accompagnamento al flauto era originariamente affidato al pianoforte, ma che ben si presta all’arpa. “Una notte all’opera” è un percorso alternativo, contemporaneo ai temi su cui si basa, per ascoltare quella che era la musica che per secoli tutti ascoltavano e amavano.

Se volessimo parlare in termini di percentuali, quant'è il valore aggiunto che le dimore storiche come quelle che hanno ospitato i vari eventi hanno dato alla musica eseguita?

E’ difficile dare un valore preciso. Gli esecutori sono sicuramente stimolati da un ambiente affascinate, ma anche il pubblico stesso che può partecipare ad un evento per ragioni sia turistiche sia musicali poi è inevitabilmente influenzato da entrambi gli aspetti. Gli elementi si compenetrano e dire 50% per ciascuno sarebbe riduttivo per entrambi.

Tu sei presidente di Amadeus Arte, associazione nata nel 2004 con la finalità di promuovere le arti in genere e la musica in particolare. Vuoi dirmi di più?

Non ho molto da dire, se vuoi aggiungo qualcosa sul festival.

Si tratta di una serie di concerti di solisti o di piccoli gruppi musicali, prevalentemente italiani e di chiara fama, che si svolgono in prestigiose ville storiche del Lago di Como, spesso inaccessibili al pubblico e che vengono aperte appositamente per la serata. Da metà agosto a fine  settembre, seduti accanto a un busto di Canova, tra stucchi neoclassici o quadri di Hayez si può ascoltare un repertorio che spazia da Vivaldi a Piazzolla, da Paganini a Keith Jarrett. Le sale in cui si svolgono i concerti sono acusticamente perfette, essendo state progettate per l’esecuzione di musica da camera, ospitano un pubblico ristretto e possono contenere da 100 ai 250 spettatori. A mio parere, queste dimensioni ridotte, che annullano qualunque divisione pubblico-esecutore, rappresentano un’occasione unica per immergersi e gustare la musica in un senso di convivialità che favorisce anche l’interscambio e l’incontro. In alcune serate è possibile anche cenare o prendere un aperitivo al termine del concerto nella stessa cornice. Per tutte le informazioni sui musicisti e le sedi, e per scaricare musica, interviste e video tratti dai concerti è disponibile il sito ufficiale del festival: http://www.lakecomofestival.com/.

Quali sono i tuoi prossimi impegni artistici?

Riproporrò lo spettacolo che avevo ideato un paio di anni fa per il Planetario e che continua ad avere un buon riscontro di pubblico, a fine settembre e a ottobre. A novembre sono impegnata nella registrazione di due CD, uno per arpa sola e uno in duo arpa e pianoforte. A dicembre sarò inizialmente impegnata in due concerti in Svizzera e due in Germania. Nel periodo natalizio sarò invece in Italia con due concerti a Parma per arpa e coro dedicati a musiche natalizie.