La dimensione del cielo fotografa le emozioni
Da via Dante a piazza Cordusio, Milano ‑ 18
settembre 2006
Foto
© Marcello Bertinetti
BURANO, LAGUNA VENETA (Veneto)
La
città di Burano si poggia su quattro isolette collegate da ponti e si trova a
nord-est del centro storico di Venezia. Amata dagli artisti per le sue case
variopinte, è diventata famosa in tutto il mondo per i suoi merletti che si
producono in loco fin dal 1500. La tipica e coloratissima edilizia buranella
non era affidata al caso: le facciate a vivaci colori, aiutavano un tempo i
pescatori di ritorno dalla pesca notturna o disorientati dalla nebbia, a
riconoscere le proprie dimore e delimitavano le varie proprietà. I durissimi
intonaci avevano anche lo scopo di proteggere i laterizi dall’umidità. I
famosissimi merletti di Burano venivano lavorati con la tecnica ad ago o a
“punto in aria”, così chiamata perché si avvale solo di ago e filo, senza
alcun supporto tessile. Questa lavorazione sembra sia legata alla leggenda di
un pescatore che riuscì a sfuggire al canto ammaliatore delle sirene. La loro
regina meravigliata da tanta fedeltà del pescatore per la sua donna di Burano
provocò con la sua pinna un onda schiumosa che si trasformò in un
meraviglioso velo da sposa. Da allora le donne dell'isola cercano di imitare,
con i loro merletti, l'assoluta perfezione di quell'oggetto.
|
La mostra. 1
Altri commenti 2
Antonio Attini 2
Marcello Bertinetti 3
Gli organizzatori 3
I patrocini 3
Il sito della mostra. 4
“Italia, emozioni dal cielo": la mostra fotografica
milanese, visitabile dal 15 settembre al 18 febbraio 2007, 24 ore su 24, da via
Dante a piazza Cordusio.
L'ho davvero gradita la teoria delle cento gigantografie che
da via Dante si spinge fino a piazza Cordusio.
Foto © Antonio Attini
MONTALTO, ASPROMONTE (Calabria)
Una statua del Cristo e una grande croce segnalano la
vetta del Montalto, che con i suoi 1955 metri è la più elevata del massiccio.
La zona è raggiungibile in estate da una scomoda strada e in inverno con
escursioni sulle racchette da neve o sugli sci. L’Aspromonte, la montagna più
meridionale della Penisola, è ricoperto da boschi nei quali, a seconda della
quota, prevalgono il faggio, il pino larìcio e il castagno. Tra l’Aspromonte
e lo Jonio, non lontano dal Capo Spartivento, spiccano aspri calanchi
argillosi. Sono state queste formazioni, ben visibili dalle navi della Magna
Grecia, a far dare alla montagna il suo nome: “Aspròs”, infatti, significa “bianco”
in lingua greca. Mentre l’acrocoro sommitale è rivestito da fitte foreste, le
pendici dell’Aspromonte che digradano verso lo Jonio sono incise da profonde
e spettacolari fiumare, tra cui spiccano per sviluppo la Bonamico,
l’Amendolea e La Verde. La presenza umana in questi luoghi selvaggi è assai
rara.
|
Massì, per una volta mi permetto un aggettivo banale per
definirla: bella. Bella è aggettivo abusato, è vero. Però dà (come il suo
contrario, del resto: brutta) una prima epidermica risposta all'implicita
domanda: "Come t'è sembrata?" L'aggettivo esprime, cioè, il risultato
dell'interazione prima tra il fruitore della cosa e la cosa stessa. Altrimenti
detto: dell'interazione fra l' 'équipe' cervello-cuore del fruitore e il
"corpus mysticum" (visibile, naturalmente, solo grazie al
"corpus mechanicum").
Quindi: bella, la mostra a cielo aperto. Mostra che,
curiosamente, compie una duplice operazione.
Da una parte imbriglia il visitatore nelle pastoie della
grande città: a Milano, con il suo traffico, le code ai semafori e di mezzi e
di persone, gli spintonamenti lungo i marciapiedi, il rumore, lo smog, non si
può definire un sine cura il tentativo di aprirsi uno spazio meditativo
tutto per sé, davanti ad ogni gigantografia.
Dall'altra parte, però, la mostra libera il visitatore
dall'àncora che lo trattiene saldamente al marciapiede e ne eleva lo spirito,
ne esalta il godimento, rendendolo un liberto.
Insomma: una mostra a cielo aperto che di cielo
indirettamente parla, ma soprattutto che di cielo agisce. Gli autori dei
superbi scatti, Antonio Attini e Marcello Bertinetti, sono infatti accomunati
dalla passione per il volo e hanno voluto, grazie alle risorse della fotografia aerea, ricomporre il grande quadro
dell'Italia attraverso i momenti geografici più intensi della nostra
penisola.
Foto © Antonio Attini
SAN GIMIGNANO (Toscana)
Di origine etrusca, il borgo toscano in provincia di
Siena deve il suo nome, attribuito intorno al X secolo, a Gimignano, vescovo
di Modena, che lo avrebbe salvato dalle invasioni barbariche. Il borgo, tappa
della via Francigena verso Roma, vide il momento di maggior splendore nel
1200 allorché ospitava mercanti provenienti da ogni dove, attratti dallo
zafferano che, contrariamente ad altre spezie che l'Europa era costretta a
importare dalle Indie, era coltivato nelle campagne toscane e costituiva
un'importante fonte di reddito. I signori del posto che avevano fatto fortuna
testimoniavano il loro successo erigendo torri: la città arrivò ad averne 72,
di cui ne restano oggi solamente 15. San Gimignano si proclamò libero comune
a partire dal 1199 e vide il suo splendore svanire dopo la terribile peste
del 1348. Quell'evento fu per l'Europa l'equivalente dell'eruzione del Vesuvio
per Pompei: milioni di morti, un'economia da ricostruire, gli equilibri tra
le potenze da riscrivere. Ma anche un degrado così improvviso da
"congelare” città come San Gimignano, consegnandole a noi così
com'erano. San Gimignano è iscritta dal 1990 nella lista del Patrimonio
dell'Umanità dell'UNESCO.
|
Il lavoro dei due
fotografi poggia su quasi quattrocento ore di volo su piccoli aerei, elicotteri
e mongolfiere, per attraversare l'Italia in lungo e in largo ‑ da
Lampedusa alle Dolomiti, dalla Sardegna alle colline toscane, dalle grandi
città ai siti archeologici ‑ e restituirci immagini la cui bellezza non
posso che definire sconvolgente.
Altri commenti ed altre immagini si trovano nella sezione
Odisseosofie di Morfoedro (http://www.morfoedro.it/).
È nato a Torino nel 1960, è autore di numerosi reportage in
Europa, Africa, Asia e America, pubblicati dalle principali riviste di viaggio
del mondo. Dal 1989 collabora con le Edizioni White Star, per le quali ha
curato i servizi fotografici di numerosi volumi. Dal 1994 fa parte del Kodak
Gold Circle, con lo standard di eccellenza. Negli ultimi anni si è
specializzato in fotografia aerea, effettuando reportage nei cieli d’America,
Europa e Africa. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Irlanda dal Cielo, America
dal Cielo, Chicago dal Cielo, Hawaii dal Cielo, In volo su
New York, In volo su San Francisco e Irlanda Flying High,
tutte opere edite da Edizioni White Star.
È nato a Vercelli nel 1952. È stato campione nazionale e
internazionale di spada e ha partecipato in questa disciplina alle Olimpiadi di
Montreal del 1976. Nel 1978, dopo la laurea in Ingegneria, ha intrapreso la
professione di fotografo realizzando reportage esclusivi per le più prestigiose
riviste al mondo, tra cui National Geographic, Geo, Newton –
Japan, Paris Match, Figaro, Airone e Stern.
Collabora con le più importanti agenzie fotografiche, tra cui Rapho, Photo
Researchers, Focus e Pacific Press Service. È stato autore di molti libri
fotografici di successo, tra cui New York, Gli Occhi di Horus e Egitto
Flying High, già tradotto in dodici lingue. Nel 1984 ha fondato con Valeria
Manferto De Fabianis la casa editrice Edizioni White Star, affiancando
l’attività di editore alla professione di fotografo.
Un momento della mostra.
Foto Gloria Chiappani Rodichevski
|
A.N.U.A. (Associazione per la Natura, l’Uomo e l’Ambiente),
già organizzatore nel 2004 e 2005 di altre due spettacolari mostre fotografiche
in via Dante e in piazza Cordusio, “La terra vista dal cielo” e “Saggezze
dell’umanità”, ha coinvolto più di due milioni e mezzo di visitatori ogni anno
a Milano con sensazionali eventi. Con questa nuova mostra intitolata “Italia,
emozioni dal cielo”, l’Associazione, sempre fedele al suo obiettivo di
sensibilizzare il pubblico a tematiche legate allo sviluppo sostenibile,
concentra la sua attenzione sull’Italia facendone emergere la forte identità,
con lo scopo di suscitare sentimenti di orgoglio nazionale e di invitare
ciascuno a rispettare e a proteggere questo nostro formidabile patrimonio.
Un momento della mostra.
Foto Gloria Chiappani Rodichevski
|
L’edizione di Milano della mostra “Italia, emozioni dal
cielo” vanta prestigiosi patrocini. Innanzitutto quello della commissione
italiana dell’UNESCO. All’interno del
padiglione della mostra sono infatti visibili 41 immagini e 41 testi sui siti
italiani “Patrimonio dell’Umanità UNESCO”.
Gli altri patrocini di cui si fregia “Italia, emozioni dal
cielo" sono quelli del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di
Milano e del Parco Lombardo della Valle del Ticino (Riserva della Biosfera
UNESCO dal 2002).
www.emozionidalcielo.it